“L’emergenza per il coronavirus non deve essere un alibi per rimandare gli impegni presi dalla Commissione Europea per un’agricoltura più sostenibile, pulita e più sana per tutti noi”. È il commento, carico di delusione, dei rappresentanti della Coalizione #CambiamoAgricoltura alla notizia che la presentazione ufficiale della Strategia “Farm to Fork”, dal campo alla tavola, da parte della Commissione Europea che era prevista per oggi e invece è stata rimandata di un altro mese.
La strategia “Farm to Fork” dovrebbe rappresentare, secondo la Coalizione #CambiamoAgricoltura un vero punto di svolta nella politica agricola ed alimentare dell’Unione, con obiettivi chiari ed ambiziosi per una riforma agroecologica del sistema agroalimentare, come l’impegno al raggiungimento del 30% della superficie agricola europea in biologico, la riduzione del 50% dei pesticidi e il 10% delle aree agricole destinate ad infrastrutture verdi per la conservazione della natura, entro il 2030.
Queste aspettative sono state ribadite nelle osservazioni presentate alla Commissione Europea nell’ambito della consultazione realizzata negli ultimi mesi.
Nel corso della consultazione sono pervenute alla Commissione Europea oltre 654 osservazioni da vari enti e associazioni dei 27 paesi membri, di cui 31 dall’Italia (il 4,7%) a cura di vari portatori di interesse, dalle associazioni di categoria di tutta la filiera agro-alimentare, al mondo ambientalista, da enti di ricerca a singoli cittadini.
DALL’ITALIA DUE VISIONI OPPOSTE
“Abbiamo analizzato tutti i contributi inviati dall’Italia”- affermano le associazioni di #CambiamoAgricoltura – “per confrontare le nostre posizioni con le richieste del mondo produttivo e della ricerca, e purtroppo abbiamo constatato che i punti condivisi per una transizione ecologica dell’agricoltura europea e nazionale sono ancora pochi, nonostante l’impegno da tutti dichiarato nelle premesse di aderire ai principi di sostenibilità del Green New Deal dell’Unione Europea”.
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Le associazioni di #CambiamoAgricoltura sottolineano come dal mondo produttivo, soprattutto delle filiere zootecniche, emerge ancora la dicotomia tra “sostenibilità economica” e “sostenibilità ambientale”, quando anche la crisi sanitaria per il COVID-19 dimostra che sul lungo termine senza una reale sostenibilità ambientale non vi può essere una sostenibilità economica, sia per i produttori che per i consumatori. Una dicotomia che il modello produttivo dell’agricoltura biologica ha da tempo smentito.
CONFINDUSTRIA: “I PESTICIDI GARANTISCONO SICUREZZA, IL BIO NO”
Proprio sull’agricoltura biologica e sulla necessità di ridurre la dipendenza dei processi produttivi dalle sostanze chimiche di sintesi le posizioni tra i diversi stakeholder italiani divergono maggiormente.
Secondo le osservazioni inviate da Confindustria, per esempio, “I soli mezzi impiegabili in agricoltura biologica non costituirebbero un arsenale sufficiente per gli agricoltori per mantenere gli elevati standard di sicurezza e qualità”.
Non solo. Si legge nel contributo dell’associazione degli industriali si legge che “I settori produttivi interessati alla produzione di agrofarmaci e fertilizzanti sono preoccupati che il contesto normativo e politico europeo sia sempre meno incline a consentire lo sviluppo e l’applicazione dell’innovazione nel settore agricolo e che, in futuro, gli agricoltori europei continuino a perdere strumenti più velocemente di quanto quelli nuovi possano essere introdotti”.
GLI AMBIENTALISTI: “UN MODELLO SUPERATO”
Per la Coalizione #CambiamoAgricoltura “è scorretto affermare che l’agricoltura biologica non garantisce la qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari e la possibilità di sfamare i cittadini, sostenendo che l’unico modello di agricoltura basato sulla scienza sia quello legato all’industria chimica o alla ricerca genetica”. Affermazioni smentite in numerosi documenti della FAO e dal crescente numero di accademici, ricercatori e tecnici impegnati oggi nello sviluppo di modelli e buone pratiche di agroecologia e dal crescente consumo di prodotti biologici (+ 20% ogni anno).
Molte osservazioni alla strategia “Farm to Fork” inviate dal mondo della ricerca italiano, in questa ennesima consultazione della Commissione UE, condividono le posizioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura sulla necessità e urgenza di una svolta verde all’agricoltura europea attraverso una seria riforma della PAC post 2020, con una maggior ambizione ambientale di questa politica comunitaria che impegna il 38% del budget europeo. Serve per questo una nuova PAC in grado di promuovere una transizione ecologica dell’agricoltura, coinvolgendo tutte le filiere agroalimentari, con un adeguato riconoscimento economico per i servizi ecosistemici garantiti dal lavoro degli agricoltori, ma con risultati reali e misurabili anche attraverso un potenziamento del monitoraggio e valutazione della loro efficacia.
A COSA SERVE “FARM TO FORK”
Gli obiettivi della strategia “Farm to Fork” saranno fondamentali per la definizione dei nuovi Regolamenti della PAC post 2020, ancora in discussione al Parlamento e al Consiglio EU, e per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC, il cui processo di condivisione si è interrotto in Italia a causa dell’emergenza coronavirus.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura auspica che l’ennesimo rinvio della presentazione della strategia “Farm to Fork” non si traduca in un indebolimento degli obiettivi per una agricoltura più sostenibile e chiede al governo italiano (ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare congiuntamente) di riavviare al più presto il processo partecipato per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC, anche attraverso tavoli di lavoro ed incontri telematici, con videoconferenze, come impone oggi l’emergenza COVID-19.
“E’ urgente intervenire subito sul settore della produzione primaria, non per imporre nuove regole, ma per rilanciare e riformare un sistema agroalimentare che proprio in questa crisi sanitaria sta mostrando tutti i suoi punti di debolezza. Ci auguriamo che la presentazione ufficiale della strategia “Farm to Fork” insieme alla nuova strategia UE per la Biodiversità 2030, prevista per entrambe il prossimo 20 maggio, Giornata Mondiale delle Api, sia almeno di buon auspicio e rappresenti davvero l’avvio di una transizione ecologica della filiera del cibo in Europa e nel mondo, in coerenza con il Green New Deal della UE e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite (SDGs 2030)”, concludono le associazioni di #CambiamoAgricoltura.