CoVid-19, no alla vendita on line di farmaci: l’Antitrust chiede ai browser di eliminare i link

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L’Antitrust ha chiesto ai gestori dei principali motori di ricerca e di browser di attivarsi contro la vendita online non autorizzata di farmaci per il CoVid-19. Questa iniziativa fa seguito al monitoraggio della rete internet condotto dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza che ha individuato 361 URL corrispondenti a pagine web, banners o collegamenti ipertestuali introdotti malevolmente in siti riconducibili ad attività lecite, spesso di carattere medico o paramedico. Tali siti indirizzano verso una sessantina di “farmacie abusive” – sprovviste della necessaria autorizzazione alla vendita di farmaci on line – che promuovono e vendono medicinali con obbligo di ricetta, vantando una funzione curativa nei confronti del“Coronavirus”.

L’Autorità ha dunque deliberato di trasmettere la lista dei 361 URL ai gestori dei principali motori di ricerca e browser (Google, Apple, Italiaonline, Microsoft , Verizon (Yahoo), Mozilla, DuckDuckGo), invitandoli i) a rimuovere dai risultati di ricerca le URL segnalate e ii) a non indicizzare le URL contenenti collegamenti ai siti individuati come “farmacie abusive”.

Tra l’altro proprio oggi l’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato l’allarme circa l’esistenza di un vero e proprio mercato illegale di farmaci che sta sfruttando l’emergenza per lucrare sulla salute dei cittadini. Come spiega un documento pubblicato sul proprio portale, un gruppo di ricercatori dell’ISS (Gruppo di Lavoro ISS Farmaci) ha condotto un monitoraggio sul web analizzando siti che propongono la vendita online di medicinali per il trattamento e la cura di Covid-19, scoprendo il proliferare di farmacie illegali che, “fraudolentemente, ad opera perlopiù di gruppi della criminalità organizzata, propongono ad ignari e malinformati cittadini rimedi per la prevenzione e la cura dell’attuale infezione da Sars-Cov-2”. Lo studio ha anche monitorato i social media, tra cui Facebook, Whatsapp, Twitter e alcuni video su YouTube per rilevare la diffusione di notizie ingannevoli.