Le armi giuste per sconfiggere l’incubo coronavirus nel piatto

La spesa ai tempi del coronavirus è diventata un incubo. In coda, con l’ansia di trovare qualcuno che non ha capito l’esigenza di mantenere le distanze, la paura di maneggiare prodotti e alimenti che possano essere veicolo di infezione. E poi a casa, quando la spesa va in frigo, in dispensa, nei piatti…

Torniamo su questo argomento proprio per cercare di levarci qualche ansia inutile in quest’ultimo caso, e magari capire quando c’è fdavvero bisogno di molta attenzione.

Non credo che il Coronavirus possa resistere tanto tempo sulle superfici con cui viene a contatto

FALSO Il tempo, come disse Sant’Agostino, è da sempre una convenzione dell’uomo per cui le nostre 24 ore rappresentano quasi l’eternità per una farfalla. Nel caso del Coronavirus è però importante conoscere quanto sia resistente al di fuori del nostro organismo e quindi quanto sia fonte di pericolo. I “virus” sono quasi dei non-viventi, hanno sempre bisogno di un ospite da colonizzare per svilupparsi. Come paragone, sono come un treno ad alta velocità che per funzionare richiede un generatore di energia altrimenti non può muoversi autonomamente e noi siamo per il COVID-19 il generatore involontario ma necessario. Il virus ha la capacità di attendere che si faccia avanti un organismo che lo accolga e dove può svilupparsi. È, dunque, importante sapere che al di fuori del nostro organismo può resistere e nel frattempo cercare chi lo ospita. Un recente studio inglese ha verificato quanto il coronavirus possa pazientare, se starnutiamo o tossiamo o tocchiamo una superficie di acciaio o plastica o anche del cartone cosa possiamo aspettarci? Lo studio dimostra che il coronavirus resta negli aerosol per circa 3 ore, ma anche che bastano 60-70 minuti per dimezzare la sua carica virale e quindi la sua pericolosità. Nel caso del cartone occorrono circa 3 ore per dimezzare la carica e quasi 7 ore perché si dimezzi la carica virale nel caso di superfici di plastica. Il coronavirus COVID-19 è, rispetto ai coronavirus a cui siamo già stati esposti nel passato, più tenace e resistente per cui occorre una maggiore attenzione nella manipolazione degli alimenti, degli utensili, delle superfici della cucina e chiaramente, come ci ricorda nel 1587 Alessandro De Santis, delle posate del re ovvero delle nostre nude mani.

Il Coronavirus è molto resistente ai trattamenti disinfettanti e questo mi impaurisce molto

FALSO Ogni armatura e ogni castello ha i suoi punti deboli e se sono individuati possiamo vincere. Anche il COVID-19 come tutti gli altri coronavirus ha un contenitore esterno che protegge un “software” fatto in questo caso di RNA. Questa sorta di software gli consente di riprodursi nell’ospite involontario, ma uno dei suoi punti deboli è proprio nella resistenza del contenitore. Il Coronavirus COVID-19 ha una forma sferica perché il suo contenitore o “capside” è sferico e possiede anche un pericapside fatto di glicoproteine che gli danno l’aspetto ‘a corona’ oggi ahimè noto a tutti. Il semplice lavaggio con il sapone per le mani se utilizzato come è stato spiegato per almeno 40-50 secondi, lavando dorso e palmo delle mani, facendo attenzione ai pollici che spesso sono dimenticati nella pulizia delle mani, lavando bene e strofinando anche gli spazi fra le dita e arrivando sino ai polsi, permette di ottenere degli ottimi risultati. Gli igienizzanti sono importanti alternative quando si è fuori casa, quando non abbiamo la praticità di acqua corrente e sapone a portata di mano e possono surrogare il lavaggio vecchia maniera. L’importante è dedicare il tempo giusto, quindi troviamoci un ritornello di una canzone a noi cara che cantata ci assicura 40-50 secondi di lavaggio, facciamolo a fondo e in questo modo l’effetto del sapone e lo strofinio meccanico prolungato ci aiutano a eliminare il virus. Se a questo aggiungiamo l’uso dei guanti monouso ad esempio nel fare la spesa al supermercato col carrello, l’evitare contatti con superfici a rischio e tanti piccoli accorgimenti ecco che contrasteremo il COVID-19 agendo sul suo punto di debolezza.

Spesso vedo sugli scaffali dei supermercati tanti prodotti alimentari di origine spagnola, anche se questo paese è al centro di una delle crisi europee più grandi in questi giorni, non devo avere paura e posso continuare a comprarli

VERO Ad oggi, i casi di coronavirus in Spagna sono oltre 56.000 e anche il numero delle vittime cresce rapidamente a dimostrazione che un paese come la Spagna di circa 50 milioni di abitanti si trova nella peggiore delle fasi di contagio per cui i dati sono pessimi e inducono al pessimismo. I prodotti spagnoli sono sulla nostra tavola per vicinanza enogastronomica, siamo paesi mediterranei entrambi, per vicinanza geografica, per il clima che ci affratella e per altri mille motivi. Ritroviamo spesso frutta, verdure, ortaggi perché talvolta più precoci dei prodotti nostrani, ma apprezziamo anche i loro insaccati, formaggi, vini, etc. La prima difesa naturale sarebbe di evitare il loro consumo, ma non c’è motivo di farlo; siamo paesi con normative riguardanti la sicurezza e la salubrità degli alimenti spesso sovrapponibili perché ambedue siamo nella Comunità Europea, abbiamo un livello tecnologico delle aziende agro-alimentari paragonabile e le filiere di produzione sono quasi identiche per cui se i nostri prodotti primari sono sicuri e controllati non vi è motivo per cui i prodotti spagnoli siano meno sicuri anche in questo momento di emergenza. Paradossalmente, il tempo che serve per trasportare alimenti spagnoli freschi in Italia ci aiuta a ridurre la carica virale eventualmente presente in maniera rassicurante sui vari prodotti e anche sul materiale usato per confezionarli o traportarli,

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Ho fatto la spesa e voglio sentirmi ancora più rassicurato, posso lavare per bene frutta e verdura

VERO Una volta arrivati a casa è sempre importante sistemare frutta e verdura in modo corretto nella dispensa o nel frigo, ma in questo caso si può aggiungere qualche misura ancora per rassicurarci. Certamente evitiamo di ricontaminare i prodotti cotti, il COVID-19 viene disattivato del tutto a circa 70°C quindi la cottura è una grande alleata, con i prodotti freschi. È anche vero che lavare frutta e verdura con il bicarbonato non produce effetti così come l’aceto, gli oli essenziali e il tanto decantato limone che non ha mai funzionato con i frutti crudi e non funziona con i coronavirus. Al contrario l’amuchina è molto efficace e in tempi come questi di penuria si può ricorrere ad alcool denaturato e diluito 4 parti con una di acqua mentre non è consigliabile, per quanto comoda, la candeggina anche diluita perché semplicemente non è considerata adatta per un uso alimentare. Diverso è il bisogno di bonificare le superfici della cucina o anche gli utensili dove possiamo usare candeggina allo 0,1% oppure dell’acqua ossigenata allo 0,5% o dell’alcool al 70%, paradossalmente l’alcol puro non funziona meglio di quello diluito. Alla fine di questo periodo emergenziale sarebbe un grande risultato anche quello di avere riscoperto come conservare, lavare, consumare gli alimenti in modo corretto e questo perché germi, batteri o altro non si chiamano unicamente COVID-19.