Caro Salvagente, Vodafone mi ha inviato a partire da settembre 2019 una serie di fatture relative ad una SIM Dati che non ritengo di aver mai richiesto né posseduto. Cosa strana è che il periodo indicato nella prima fattura va dal 03 gennaio 2015 (ripeto 2015) al 02 settembre 2019. Successivamente altre fatture per l’abbonamento mensile, nonostante abbia inviato due PEC a Vodafone chiedendo chiarimento e documentazione visto che a me non corrispondeva tale SIM.
NB il tutto con un’anticipazione giunta a mezzo avviso ai primi di settembre con oggetto:
“Modifica delle condizioni contrattuali del piano Vodafone Life Connect” ma senza indicare il numero della SIM che è apparso solo con la successiva fattura.
Come consigliate di agire?
Fabio Pogacini
Caro Fabio, il suo è solo l’ennesimo caso di sim Vodafone che iniziano, come per incanto, a fatturare…
Vediamo i consigli Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, in proposito.
Si tratta di sim dati che, nella generalità dei casi, sono state “affibbiate” ai clienti che hanno sottoscritto un contratto di telefonia fissa o di telefonia mobile, con la giustificazione che si trattava di sim “gratis” che non avrebbero prodotto costi, a meno che non si fosse iniziato ad utilizzarle, quindi sim a consumo.
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In tanti casi, queste sim, però, non sono neanche state consegnate agli ignari clienti, che quindi nulla sapevano e comunque, chi l’ha ricevuta, magari l’ha messa in un cassetto o l’ha gettata, visto quanto comunicato in fase di vendita. All’incirca a marzo 2019, Vodafone decide di cambiare strategia su queste sim, chissà perché… Invia, diciamo, una comunicazione contenente una variazione unilaterale del contratto, variazione che stabiliva che da Luglio 2019, tali sim avrebbero avuto un costo fisso di 5 euro al mese, sia che venissero utilizzate o meno.
Il problema diventa così importante, perché le sim, nella gran parte dei casi, non sono utilizzate e possedute dall’intestatario, e quindi se questa variazione è stata comunicata, ad esempio, tramite un sms inviato sulla stessa sim, questo non è mai stato visto dal destinatario, oppure, se la sim era legata ad un contratto magari disdetto, mai nessuna comunicazione sarà stata ricevuta in fattura, perché non se ne ricevono più da Vodafone, o ancora perché i recapiti che aveva in possesso Vodafone di quel determinato cliente, non sono più validi: mail non attive, cambio residenza, ecc.
Non si è potuto, in sostanza, esercitare il diritto di recesso secondo le modalità stabilite, cioè recedere da questi pseudo contratti, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione.
Ma anche se la comunicazione è arrivata, come nel caso del sig. Fabio, si tratta sempre di sim che non sono mai state materialmente possedute dall’interessato che ne ignora l’esistenza.
Ora il fatto che queste sim siano state distribuite così facilmente dai rivenditori Vodafone, magari perché risultasse un numero maggiore di sim attive per il gestore e qualche provvigione in più per il venditore, non può giustificare questo comportamento. Inoltre, nel caso del sig. Fabio, se ho ben capito, chiedono addirittura somme retroattive, cioè dal 2015, cosa ancora più assurda, perché comunque la variazione contrattuale ha valore per il futuro e non per il pregresso.
Ci sono una serie di casi di questa natura, tutti con le stesse caratteristiche, che costringono il presunto cliente a chiedere la cessazione della sim che però non ha mai posseduto ed in ogni caso rimane per Vodafone, debitore delle fatture nel frattempo emesse. È vero che le cifre sono, in genere, di qualche decina di euro, ma il tutto ribaltato sulla totalità dei soggetti che hanno subito questo “giochetto”, fa facilmente intuire quale potrebbe essere l’introito di Vodafone.
Comunque, conviene procedere con la cessazione della sim stessa, magari via pec per evitare di spendere anche i soldi della raccomandata, disconoscendo sempre di aver mai richiesto e posseduto la sim e, di conseguenza, contestare le fatture ricevute.