Quanto c’è da aver paura del coronavirus in cucina e nel carrello

In questi giorni di notizie – a volte incontrollate – che finiscono per popolare i social e i tanti gruppi di chat, difficile non farsi prendere dalla paura anche per quanto riguarda il cibo e dintorni. Per questo abbiamo voluto dedicare questa puntata dei Miti Alimentari al coronavirus e all’alimentazione.

Sono a casa in isolamento, ma ho paura a fare la spesa perché penso che il Coronavirus potrebbe infettarmi con gli alimenti che acquisto

FALSO È una paura comprensibile ma non fondata perché ad oggi non ci sono segnali evidenti che il Coronavirus possa essere trasmesso con ciò che mangiamo. Probabilmente è vero che l’uomo sia stato infettato dal Coronavirus mangiando dei prodotti di origine animale, come spesso accade con i virus presenti nel cibo, ma pare sia stato un pipistrello asiatico a permettere il salto di specie e ciò perché la cucina tradizionale cinese li utilizza come ingredienti come altri cibi per noi inusuali. Nel mondo occidentale le carni o i prodotti animali che utilizziamo non rappresentano un rischio per cui il problema è molto più improbabile di quanto si pensi. L’eventuale rischio di contaminarci dal Coronavirus può eventualmente provenire da chi manipola o tocca gli alimenti, per intenderci un frutto o un ortaggio possono essere contaminati se chi li sceglie non sa di essere positivo al Coronavirus e involontariamente lo trasferisce al cibo. Il consiglio è di usare guanti da parte di chi vende, sceglie o porziona i cibi etc. e per noi una volta arrivati a casa occorre lavare bene frutta, verdura, ortaggi etc. Una precauzione che potremmo adottare è di utilizzare guanti per i carrelli della spesa o per toccare delle superfici, maniglie etc. perché sono punti che possono trasferire il virus, l’importante è che siano monouso ed evitando di toccarsi occhi, bocca, naso durante la spesa o anche dopo un semplice prelievo al Bancomat. Infine, ricordiamo che il Coronavirus secondo il parere dell’OMS a 70°C è inattivato quindi cuocere gli alimenti ci fornisce una protezione ulteriore dalla presenza di virus attraverso i cibi.

Posso rendere la mia cucina più sicura con alcuni accorgimenti

VERO Le superfici della cucina dove si taglia, si appoggiano gli alimenti possono essere bonificate utilizzando dei disinfettanti che disattivano il Coronavirus. Ad esempio, al posto dell’introvabile Amuchina si può ricorrere alla candeggina allo 0,1% oppure anche all’acqua ossigenata 1-2 volumi danno risultati soddisfacenti specie se non vi è una evidente positività al virus. Vale la pena anche di separare bene gli alimenti crudi da quelli cotti ad esempio nel frigorifero, altrimenti per quest’ultimi si potrebbe verificare una ricontaminazione involontaria. A questi accorgimenti occorre aggiungere un lavaggio più frequente, completo e lungo delle mani, anche con solo del buon sapone, e cuocere gli alimenti per quanto è possibile lasciandoci per dopo l’emergenza Coronavirus le crudité o le varie tartare di carne o pesce che riassaggeremo senza nessuna remora speriamo presto.

Preferisco bere acqua in bottiglia per la sua sicurezza anche per i virus

FALSO Più volte abbiamo detto che le acque potabili sono ampiamente controllate dagli acquedotti quanto e più di quelle minerali e questi controlli assicurano la massima tranquillità dal punto di vista microbiologico mettendoci al sicuro dalle infezioni microbiche e virali. Oltretutto i processi di sanificazione che spesso sentiamo per il leggero sapore di cloro delle acque, sono una delle migliori armi per disattivare molti microorganismi. Ciò non significa privarsi dell’acqua in bottiglia, ma serve a rendere meno necessarie le inutili scorte di acqua minerale e non temere rischi da un prodotto controllato in maniera continua e approfondita come le acque potabili. Vale la pena ricordare che spesso le scorte fatte su una base irrazionale consistono in prodotti come l’acqua, le farine, gli scatolati, candele, cerini, etc. perché siamo figli di momenti anche vicini dove a mancare erano l’acqua potabile, le farine, l’energia elettrica. Oggi il sistema agro-alimentare è dotato di più punti di stoccaggio, da produttori, alle piattaforme di distribuzione, ai grandi supermercati etc. che assicurano una capacità tamponante notevole per cui fare scorte esagerate non solo è inutile ma rende più rigido il sistema di approvvigionamento sugli scaffali dei negozi dei generi alimentari.

Sono molti gli alimenti che possono essere un rischio per la mia salute perché contengono virus

FALSO Gli alimenti come ricordato non sono “normalmente” considerati dei portatori di virus. Se questo accade di solito si tratta di forme molto lievi che confondiamo il più delle volte con gastroenteriti, oppure diarrea o anche vomito e che non vengono neanche riportate al proprio medico curante perché oltre che lievi sono anche rapide nel loro decorso. Gli alimenti per costituire un punto di pericolo devono essere infettati e questo avviene perché manipolati in condizioni di scarsa igiene, oppure perché sono entrati in contatto con liquami, deiezioni animali o umane o ancora perché irrigati o allevati in acque infette. Raramente si può parlare di carni infette come nel caso del maiale ma oramai è chiaro che occorre cuocerlo per bene. I virus che possiamo incontrare sono i Rotavirus, tipiche infezioni dei bambini al di sotto i cinque anni che amano portare tutto alla bocca compresi i giocattoli, oppure i Norovirus scoperti nel 1972 sono molto spesso collegati ad ambienti confinati come ad esempio una nave da crociera, ospedali, case di riposo o scuole. Le epidemie da Norovirus sono a volte associate ai frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acque contaminate, cibi freddi, germogli, erbe e spezie. Infine, troviamo i virus dell’epatite A e E che rappresentano un forte pericolo per il nostro fegato che può essere danneggiato. Sono i colpevoli delle epatiti da frutti di bosco del 2013 che hanno colpito circa centinaia consumatori in svariati paesi. In conclusione, alimenti più rischiosi di altri sono relativamente pochi, spesso occorre parlare di cibi crudi e in questo caso  ricordiamo i molluschi come ad esempio ostriche o i mitili oppure le verdure se irrigate con acque contaminate, mentre molto più importanti sono le condizioni in cui sono allevati, coltivati, manipolati etc. gli alimenti che possono essere una fonte di pericolo per i consumatori.

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Mi sento al sicuro dai virus alimentari grazie ai controlli che vengono svolti dagli organi istituzionali

VERO Tutti conosciamo per vari motivi come le contaminazioni dovute ai batteri oggi si possono eseguire con una relativa facilità e rapidità ma per i virus i metodi richiedono maggiori competenze perché  sono organismi al confine fra il mondo dei viventi e dei non viventi. I virus sopravvivono solo se hanno un ospite in cui riprodursi e accrescersi tutto ciò rende i test meno facili. Esiste un metodo accettato a livello europeo che facilita l’identificazione di Norovirus e dei virus dell’epatite in diversi alimenti come i frutti di bosco, molluschi e acque potabili. Nel caso del Coronavirus siamo di fronte a qualcosa di molto aggressivo e di recente scoperta per cui anche la sua ricerca è ancora da ottimizzare. Fortunatamente dalla Cina l’importazione di animali e dei loro prodotti è limitata e autorizzata solo a patto che soddisfino dei rigorosi requisiti sanitari e che siano stati sottoposti a severi controlli. Non possono penetrare nella Comunità Europea attraverso i bagagli dei viaggiatori carni, latte, formaggi etc. sempre per assicurare una ulteriore barriera di sicurezza.