
Caro Salvagente, ho un contratto di durata di 24 mesi (che si rinnoverà tacitamente a tempo indeterminato) con Wind per il servizio di telefonia fissa. Prevedendo un cambio di residenza, vorrei recedere dall’abbonamento di telefonia fissa entro i due anni di validità del contratto. Non mi è chiaro se è dovuto il pagamento dei costi di disattivazione; mi chiedo quale sarebbe infatti il vincolo dei 24 mesi ai fini del costo della disattivazione?
Stefania Busi
Cara Stefania, come facciamo spesso, abbiamo chiesto aiuto a una vera esperta in materia, Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia. Ecco quello che ci ha risposto.

Questo è il vincolo. Scaduto tale eventuale vincolo, ogni contratto si rinnova tacitamente, nel senso che non viene cessato, chiuso, automaticamente alla scadenza ma, il titolare può decidere liberamente se rimanere con quel gestore o cambiarlo, quindi migrare su altro operatore, senza dover pagare alcun costo di cessazione o penali o qualsiasi altra voce riportabile sotto tale casistica.
Altro aspetto è quello dei costi di disattivazione, che sono comunque dovuti e sono intesi quali costi tecnici sostenuti dal gestore per concludere il passaggio del contratto ad altro operatore, o per disabilitare la linea. Questi importi, si applicano a prescindere, quindi anche se non esiste il vincolo contrattuale; non si applicano solo se la migrazione o la cessazione derivano da modifiche unilaterali del contratto.
La misura dei costi di disattivazione, cambia a seconda che si richieda la migrazione o la cessazione della linea (per la cessazione si hanno costi più alti), come può variare anche a seconda del tipo di tecnologia associata alla linea (adsl o fibra).
Si va, comunque, in genere, da 35 euro a 50 euro ma, conviene sempre controllare le condizioni contrattuali sottoscritte, perché tali costi potrebbero anche essere più elevati, 









