Rughe da smartphone e tablet. La nuova minaccia di chi vorrebbe apparire sempre giovane ha un protagonista temibile: la luce blu prodotta da cellulari, pc e tablet. Tecnicamente si chiama HEV la frazione ad alta energia dello spettro e a lei si imputano i segni prematuri che potrebbero comparire sul nostro viso.
Un pericolo che ha stimolato un mercato sempre più vasto: quello dei cosmetici che promettono di contrastare lo stress sulla pelle a cui sarebbe esposta a causa di queste radiazioni. Basta, insomma, con l'”Invecchiamento digitale”.
Peccato che, a sentire diversi esperti, questa sia una “balla colossale” o meglio, l’ennesima trovata di un marketing sempre più disposto a giocare su paure immotivate per vendere prodotti dalla dubbia efficacia. Perché una balla?
Innanzitutto perché la luce blu, o meglio, la frazione degli Uv che definiamo così, non è certo prerogativa esclusiva di smartphone e tablet, anzi. Una parte importante arriva dal sole e in quantità di certo superiore a quella dello schermo di un telefonino. E, in alcuni casi, viene perfino utilizzata anche a scopi terapeutici, ad esempio contro l’acne.
Che poi produca le rughe è tutto da dimostrare, come spiegano molti dermatologi, ma tanto è bastato alle principali case cosmetiche per gettarsi a capofitto in un mercato che oramai coivolge molti grandi nomi del settore.
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