“Nella definizione delle nuove Linee guida abbiamo tenuto fermo un principio che è quello di non criminalizzare alcun alimento: non esistono cibi buoni o cattivi, bensì ci sono cibi che consumiamo in maggiore quantità rispetto al dovuto e altri che ne assumiamo meno rispetto a quanto dovremmo”. Andrea Ghiselli, nutrizionista e dirigente di ricerca Crea Alimenti e Nutrizione è stato il presidente della Commissione di revisione delle Linee guida per una sana alimentazione presentate ieri a Roma.
Il documento è stato elaborato con la collaborazione di quattro ministeri dal Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione del Crea e a distanza di 15 anni aggiorna un documento fondamentale che, come spiega Ghiselli, “dovrebbe servire come indicazione alla popolazione per seguire una corretta alimentazione e rappresenta anche un documento di politica alimentare che dovrebbero sensibilizzare la produzione verso un’offerta differente“. Più frutta e verdura – per le quali è stata stilata una direttiva specifica – ma anche più legumi in sostituzione di alcune porzioni di carne, maggior consumo di legumi e cereali integrali, sono orientamenti che dovrebbero essere recepite dalle industrie alimentari.
“Purtroppo – prosegue Ghiselli – gli italiani consumano in media circa 200 grammi di frutta e 200 grammi di verdura, che è la metà della dose raccomandata dalle Linee guida, cioè 450 grammi di frutta e 400 di verdura. Il problema principale delle società moderne non è tanto la qualità dei cibi quanto la quantità e lo scarso movimento. Consumare meno, muoversi di più e orientarsi verso prodotti di origine vegetale, cioè frutta, verdura, legumi e cereali, sono indicazioni molto importanti per il benessere della persona”.
Linee guida contengono una nuova direttiva dedicata proprio alle false promesse dellle diete e all’uso degli integratori senza basi scientifiche: “Troppe promesse e tanta disinformazione possono danneggiare il consumatore”. Tra le novità la sostenibilità, sia ambientale – per l’impatto delle diverse scelte alimentari – sia economica e sociale, cioè legata al costo di una dieta sana e le indicazioni per le porzioni per i bambini: “In genere – conclude Ghiselli – le linee guida sono pensate per una popolazione adulta questa volta ci siamo cimentati con l’aiuto dei pediatri anche sulle porzioni e sulle frequenze dei bambini una cosa che risulterà molto utile per le famiglie”.