A chi dà fastidio un’etichetta del miele più trasparente?

La Commissione europea ha bocciato la richiesta della Francia di etichettare il miele in maniera più dettagliata soprattutto per quanto riguarda l’origine della materia prima. All’inizio dell’estate del 2019, il governo francese ha annunciato l’intenzione di rafforzare l’etichettatura dell’origine del miele. Il testo del governo francese prevede di indicare in etichetta tutti i paesi di origine di una miscela di miele in ordine decrescente di peso. Non solo. Secondo il provvedimento francese, i paesi da cui proviene più del 20% del miele nella miscela devono essere evidenziati. Secondo l’esecutivo europeo, una normativa così particolareggiata sarebbe in grado di distorcere il mercato e la libera circolazione delle merci.

Attualmente le regole europee (direttiva 2001/110 / CE ) prevedono che il paese o i paesi di origine in cui è stato raccolto il miele siano indicati sull’etichetta. Tuttavia, se il miele proviene da più di uno Stato membro o di un paese terzo, tale indicazione può essere sostituita con una delle seguenti, a seconda dei casi:

  • “miscela di mieli dell’UE” (ad esempio un mix di miele proveniente da più di uno Stato membro),
  • “miscela di mieli extra UE” (ad esempio un mix di miele proveniente da più di un paese al di fuori dell’UE),
  • “miscela di mieli UE e non UE” (ad esempio un mix di miele UE e non UE).

In Italia, invece, il decreto legislativo 179/2004 e la legge 81 del 11 marzo 2006 sono più stringenti della normativa europea ma non arrivano ad eguagliare in fatto di trasparenza la richiesta francese. Le norme, infatti, prevedono che sull’etichetta siano indicati il Paese o i Paesi di origine in cui il miele è stato raccolto, ma non in ordine decrescente e senza l’evidenziare quelli da cui proviene oltre il 20% della materia prima.

Secondo un sondaggio condotto dalla direzione generale della concorrenza, degli affari dei consumatori e del controllo delle frodi (Dgccrf) della Francia, ben il 43% dei barattoli di miele venduti in Francia ha un’etichettatura imprecisa. Un vero e proprio danno per i consumatori e per i prodotti locali tanto che la proposta legislativa del governo francese aveva proprio come scopo quello di tutelare il “madie France”. Tuttavia, poiché il rafforzamento dell’etichettatura influirebbe sul funzionamento del mercato interno dell’Ue, la misura francese doveva essere convalidata dalla Commissione europea.

Tuttavia, quello dell’esecutivo non è stato un vero e proprio rifiuto piuttosto un invito a rivedere il tenore del provvedimento. La Francia, comunque, non è l’unico paese che ha richiesto il nulla osta europeo per rivedere l’etichettatura del miele: le fanno compagnia  Spagna e Portogallo che hanno avanzato richieste simili.

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