La presenza di listeria monocytogenes è molto elevata nella carne di pollo. A questa conclusione è giunto uno studio condotto da ricercatori italiani e pubblicato sulla rivista scientifica Italian Journal of Food Safety. “La presenza di listeria nei campioni esaminati – scrivono gli autori della ricerca – evidenzia la necessità di migliorare le procedure di sanificazione nei mattatoi”
L’infezione da listeria, anche detta listeriosi, è una tossinfezione alimentare che prende il nome dal batterio che ne è la causa, il Listeria monocytogenes. Recentemente in Germania la presenza di listeria nei salumi ha provocato tre morti e un’allerta europea legata all’esportazione delle carni contaminate, mentre a settembre scoppiò un’epidemia legata alla lavorazione della carne trita.Â
Lo studio italiano, come riporta il portale Macchine alimentari, aveva come scopo quello di valutare la prevalenza di Listeria monocytogenes in 440 campioni di cute di carcasse di pollo prelevati da 11 lotti provenienti da due mattatoi avicoli, in un arco temporale di 18 mesi, caratterizzando i ceppi isolati al fine di valutare la presenza di cloni persistenti. I risultati dimostrano che la prevalenza di contaminazione di listeria nella cute è pari al 28%, con una variabilità tra i singoli lotti compresa tra il 5% e il 57,5%.
La presenza di listeria nei campioni esaminati evidenzia, hanno spiegato i ricercatori, la necessità di migliorare le procedure di sanificazione nei mattatoi. Anche se non sono stati prelevati campioni ambientali, la presenza degli stessi “ceppi” in lotti di provenienza diversa e dopo lunghi periodi di tempo, è da considerare indice di un problema di persistenza dei ceppi batterici negli ambienti di lavorazione.