Se un tutor non è adeguatamente tarato, una multa per eccesso di velocità comminata grazie alla tecnologia Sicve, può essere annullata. A dirlo è la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 24757 del 3 ottobre 2019. Quando l’apparecchio non è stato tarato periodicamente si crea un problema, perché, come con gli autovelox, le verifiche periodiche sul funzionamento sono indispensabili. Nello specifico, come riporta lo Sportello dei diritti, i giudici della sesta sezione civile della Suprema Corte hanno accolto il ricorso di un automobilista sulla scorta della sentenza 113 del 2015 con la quale la Corte costituzionale ha di fatto imposto la taratura di qualunque apparecchiatura usata nell’ambito delle infrazioni stradali.
La sentenza
Spiegano i giudici di Piazza Cavour: “Qualora venga contestata l’affidabilità dell’apparecchio di misurazione della velocità, pertanto, il giudice è tenuto ad accertare se l’apparecchio sia stato o meno sottoposto alle suddette verifiche di funzionalità e taratura”. La stessa Cassazione aveva già sostenuto che questo principio opera anche in relazione ai rilevamenti effettuati a mezzo del sistema di accertamento “SICVe” – Sistema Informativo Controllo Velocità, comunemente detto “tutor”, il quale rientra tra i dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni di cui agli artt. 142 e 148 c.d.s. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, in assenza di prova della taratura periodica del tutor, il verbale dovrà essere archiviato con annullamento di ogni conseguenza sia di natura pecuniaria nonché di quelle negative sulla patente di guida quali la decurtazione dei punti o addirittura la ben peggiore della sospensione.