La notizia sta facendo il giro del mondo: dopo 178 anni di storia il big inglese dei viaggi organizzati Thomas Cook chiude per bancarotta e, proprio nella notte appena passata, dichiara che “sono cancellati tutti i futuri voli e le future vacanze”.
Una brutta sorpresa per un totale – si calcola – di mezzo milione di passeggeri in tutto il mondo, 150mila britannici e 350mila di altre nazionalità (anche italiani) che si trovano ancora in vacanza ma senza più né l’alloggio prenotato e pagato né il volo di ritorno.
E se in Gran Bretagna è partita quella che la Bbc definisce “la più grande operazione di rimpatrio in tempi di pace”, garantita dal fondo di garanzia Atol, il sistema di protezione amministrato dall’ente dell’aviazione civile britannico e finanziato dalle industrie del settore, con circa 600 milione di sterline, poco si sa degli altri turisti.
Il codice del del Turismo prevede anche in Italia che tutte le agenzie viaggi debbano obbligatoriamente stipulare una assicurazione per i casi di insolvenza e fallimento. Non tutte le agenzie, come dimostrano anche i fallimenti e i disagi per migliaia di turisti conseguenti degli ultimi anni, contraggono sempre queste polizze.