La più vasta operazione antipirateria mai condotta nel settore delle Iptv (web tv) illegali, quelle che consentono di usufruire gratuitamente (o pagando poche decine di euro a organizzazioni criminali) di canali satellitari a pagamento. In Italia sono coinvolti 5 milioni di utenti.
Già il nome dell’operazione coordinata dalla Procura di Roma e a livello internazionale dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol è indicativa: “Eclissi” ha come obiettivo smantellare e oscurare il sistema che, convertendo il segnale analogico della Pay Tv, lo trasforma illegalmente in segnale web-digitale.
Come riferisce l’Adn Kronos, oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza stanno intervenendo e hanno oscurato la nota piattaforma informatica ‘Xtream Codes’ con oltre 700mila utenti online inibiti all’atto del sequestro. Che ora, secondo la Finanza rischiano la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 euro.
Nel dettaglio, informano le Fiamme Gialle, otto ordini europei di indagine nei confronti di un’associazione a delinquere a carattere trasnazionale emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli sono eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria con numerose perquisizioni sul territorio nazionale per smantellare le centrali e aggredire i rilevanti proventi illeciti.
Un’indagine tecnico informatica estremamente accurata sulla diffusione dei segnali in streaming effettuato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha consentito di individuare le sorgenti estere dalle quali parte il segnale ‘pirata’: significativi i numeri complessivi relativi sia alle persone coinvolte, sia per il volume di affari, stimato di oltre 2 milioni di euro al mese.
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“Bene, ottima notizia! Ben vengano operazioni come queste della Polizia Postale che mettono in luce quanto il fenomeno della pirateria sia radicato non solo tra chi diffonde illegalmente i contenuti protetti dal diritto d’autore ma tra gli stessi fruitori. È fondamentale un salto culturale affinché i consumatori prendano atto che non si tratta di un innocuo tentativo di risparmiare qualche euro ma di un vero e proprio reato gestito da organizzazioni sofisticate e ampie, che danneggia lo sport ma anche gli stessi consumatori che non sempre sono consapevoli di quello che rischiano” ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.