Lavoriamo di più che negli altri paesi europei ma guadagniamo di meno. Siamo ossessionati dalla sostenibilità ambientale ma non riusciamo a dedicare abbastanza tempo alla cucina tanto da preferire il cibo a domicilio o i piatti pronti. E’ la fotografia degli italiani scattata dal Rapporto Coop presentato oggi a Milano.
Lavoriamo quantitativamente come negli altri Paesi mediterranei e dell’Est europeo, ma sensibilmente di più del Nord Europa, guadagniamo però decisamente meno di tutti e deteniamo il primato negativo di produttività del lavoro. Il lavoro “povero” porta con sé insoddisfazione in più direzioni; da un lato il 66% dei part time aspirano al tempo pieno (il 50% in più della Germania) dall’altro il 32% a fronte di una media europea del 20% non ritiene di aver raggiunto un equilibrio fra tempo di vita e tempo di lavoro. E infatti il 50% vorrebbe un lavoro più flessibile e in grado di conciliarsi maggiormente con la vita personale. Meno entrate significa meno propensione di spesa e, infatti, il rapporto registra, dopo 5 anni di deboli aumenti, una contrazione della spesa media delle famiglie (-0,9%).
La buona notizia che emerge dal rapporto è che sul fronte ambientale cresce la cosiddetta “Generazione Greta”: i giovani sono più consapevoli dei rischi climatici e votati alla salvaguardia dell’ambiente (l’82% è disposto a ridurre al minimo gli sprechi), impegnati anche in politica e nella difesa dei diritti (il 70% fa volontariato) e comunque sensibili e consapevoli delle difficoltà del mercato del lavoro ma non rassegnati. E anche tra i meno giovani in tanti sognano un’abitazione eco-sostenibile (55%), comprano sempre più spesso vestiti (13% oggi e 28% in futuro) e automobili verdi (seppur ancora nicchia ma cresce la vendita di auto ibride +30% e soprattutto elettriche +148%), si rivolgono alla cosmesi verde (1 donna su 4 sceglie cosmetica green e in appena un anno nel 2018 sono stati oltre 13.000 i prodotti lanciati nel settore con claim legati alla sostenibilità pari a un +14,3% rispetto all’anno precedente).
E a tavola? I nuovi trend del cibo: veloce, proteico, sostenibile. Veloce perché alla cassa vincono i cibi pronti, proteico perché gli italiani scelgono fibre e proteine a discapito dei carboidrati (il 2019 segna dopo anni di riduzione dei consumi il grande ritorno della carne +3,5% le vendite nel 2019). Impegnati a rincorrere il lavoro e a gestire la vita personale, gli italiani abbandonano i fornelli di casa a dispetto della passione per la cucina, (in 20 anni abbiamo dimezzato il tempo passato a cucinare ogni giorno e oramai vi dedichiamo appena 37 minuti). Questo ci porta a far crescere la spesa per la ristorazione extradomestica (83 miliardi la spesa per consumi alimentari fuori casa delle famiglie italiane nel 2018) e anche quando mangiamo in casa preferiamo cibi pronti o rapidi da preparare. È boom per il food delivery che è utilizzato oramai dal 26% degli italiani. E anche negli acquisti al supermercato vince l’instant food (+9,3% in un anno) e tra le nuove tendenze approdate giocoforza anche nella grande distribuzione si ritaglia uno spazio preponderante l’offerta di sushi; il 42% degli italiani è un assiduo acquirente. Non è un caso quindi che nel mentre si riduce per la prima volta la spesa per smartphone (-1,6% da gennaio a luglio 2019) esploda il fenomeno delle instant pot, le pentole elettriche (+72,8% le vendite nei primi 7 mesi dell’anno), che promettono successi culinari istantanei. In questa rivoluzione gastronomica perdiamo di vista anche il concetto di “portata” e al primo, secondo piatto della tradizione privilegiamo gli snack (dolci o salati, poco importa, crescono entrambi a doppia cifra), frutta e verdura meglio se già confezionate, le barrette sostitutive dei pasti e tutto ciò che può rappresentare un piatto pronto.