Dopo l’accordo con la Federal trade commission (corrispettivo della nostra Antitrust) per una multa da 170 milioni di euro sulla violazione della privacy per contenuti video destinati ai bambini, Google si trova di fronte a un altra macchia sulla propria reputazione. Un’inchiesta del Financial Times l’accusa di aver creato profili ombra dei propri utenti per venderli agli inserzionisti.
Come funziona
Come riporta il Corriere, “il capo delle policy del piccolo browser Brave, Johnny Ryan, ha reso noto di aver denunciato all’autorità irlandese di protezione dei dati il presunto uso di pagine nascoste per fornire informazioni agli inserzionisti. Ryan sostiene che Google associ ai singoli utenti una sorta di profilo ombra, scritto in queste pagine nascoste, a cui possono attingere le aziende che devono indirizzare i loro messaggi pubblicitari”.
La risposta di Google
Google non fornisce proprio una scheda con nome e cognome dell’utente, ma dà la possibilità all’azienda che ci vuol vendere qualcosa di rivolgersi proprio a noi, includendo dati sensibili su salute od opinioni politiche compresi. La multinazionale ha risposto “Non serviamo annunci pubblicitari personalizzati né inviamo richieste agli inserzionisti senza il consenso dell’utente”, ma intanto la Data protection commission ha confermato al Corriere di aver avviato un’indagine.
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