La Francia sembra avere intrapreso con convinzione la strada dell’addio al glifosato, almeno nelle intenzioni del ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Didier Guillaume, che in più occasioni, dall’inizio dell’anno, ha ribadito la volontà di vietare su tutto il territorio nazionale l’uso dell’erbicida, classificato come “probabile cancerogeno” nel 2015 dall’OMS, l’Organizzazione mondiale della salute.
Ma il ministro ha dichiarato anche che la Francia sarebbe stata il primo paese al mondo a porre un divieto totale al glifosato.
Gli hanno tirato le orecchie i giornalisti di Le Monde, ricordandogli che in realtà non è così: in Europa il primo paese a muoversi in questa direzione è stato l’Austria che ha approvato nel luglio di quest’anno un divieto totale di utilizzo del glifosato in nome del “principio di precauzione; nel resto del mondo, invece, sono Sri Lanka e Vietnam ad avere già annunciato lo stop al glifosato.
Contattato dai giornalisti del quotidiano francese, l’ufficio del ministro ha parzialmente rettificato la sua dichiarazione, spiegando che la Francia è comunque in Europa “il primo paese che vieterà il glifosato dall’1 gennaio 2021“, dato che “l’Austria l’ha annunciato, ma il divieto sarà operativo dopo il 2021”.
Ma qual è allora la situazione attuale in Francia? Il glifosato è stato vietato negli spazi pubblici da gennaio 2017 e nelle case private da gennaio 2019. Ma gli agricoltori hanno ancora la possibilità di utilizzarlo.
D’altronde, a gennaio di quest’anno il presidente Emmanuel Macron non era certo dello stesso avviso del suo ministro, ritenendo praticamente impossibile stoppare totalmente in così breve tempo l’uso del glifosato, senza avere ripercussioni sul settore agricolo.
Dunque, al momento, il discorso è ancora aperto, e per questo all’Assemblea nazionale si svolgono audizioni per verificare l’effettività di un piano che possa portare la Francia a dare il definitivo addio al pesticida al più tardi il 1° luglio 2021.