Xylella, Efsa getta la spugna: “Non c’è cura. A rischio tutta l’Europa”

Non esiste ancora un modo conosciuto per eliminare la Xylella Fastidiosa da una pianta malata in reali condizioni di campo”. È la triste conclusione a cui è giunta l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, che oggi ha pubblicato l’aggiornamento della propria valutazione sui rischi del batterio per piante e colture dell’Unione europea. E proprio il raggio d’azione della Xylella potrebbe essere molto ampio e non riguardare solo la Puglia e qualche focolaio nell’Europa Mediterranea: “Le aree maggiormente a rischio sono quelle nell’Europa meridionale – scrive Efsa in una nota – tuttavia – le simulazioni, ndr – hanno mostrato anche alcune variazioni a questa regola generale. Ad esempio ha suggerito che Xylella fastidiosa subsp. multiplex abbia un maggior potenziale di stabilirsi nel Nord Europa rispetto alle altre sottospecie”.

Sicolo: “L’Italia non ha fatto il possibile”

Di “tragica conferma” parla Pasquale Sicolo presidente di Italia Olivicola: “Abbiamo solo l’arma della prevenzione attuando le misure che l’Unione europea suggerisce da tempo e che, purtroppo, in Italia non sono mai state attuate seriamente. Fare le buone pratiche agricole (aratura, potatura, etc.) ed eradicare le piante infette e morte sono le uniche soluzioni adesso per provare a fermare il contagio“.  In esperimenti recenti, spiegano da Efsa, è stata valutata l’efficacia di misure di controllo chimico e biologico e i risultati mostrano che esse possono ridurre temporaneamente la gravità della malattia in alcune situazioni, ma non vi sono prove che possano eliminare Xylella in condizioni di campo per lungo periodo. L’Efsa fa sapere infine che “sta attualmente sviluppando linee guida per le indagini sulla Xylella assieme a organismi fitosanitari di tutta la Ue”.

Cos’è e dov’è il batterio

La Xylella fastidiosa è uno dei batteri delle piante più pericolosi al mondo. Provoca un’estesa varietà di malattie, con pesanti risvolti economici su agricoltura, giardini e ambiente. Le quattro sottospecie più comunemente segnalate sono fastidiosa, pauca, multiplex e sandyi. Il batterio vive nel tessuto xilematico della pianta e viene normalmente diffuso dai insetti vettori che si nutrono dello xilema. Il batterio Xylella fastidiosa fu rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2013, anno in cui scoppiò un’epidemia in Puglia. Da allora è stato segnalato in Francia (Corsica e Provenza-Alpi-Costa Azzurra), Spagna (Baleari, Valencia, Madrid), Italia Centrale (Toscana) e Portogallo (Porto). Misure di emergenza per il suo controllo sono in atto in tutte le zone interessate dai focolai.