Tempo di cioccolato. Mai come in questi giorni daremo sfogo alla nostra passione senza troppi sensi di colpa. Che si tratti di uova (come quelle confrontate dal Salvagente in questo articolo) o di tavolette è lui il predestinato protagonista dei nostri Miti Alimentari di questa settimana.
Oramai sono pronto al peccato di gola della cioccolata… o del cioccolato? Come ogni volta mi confondo e penso che siano la stessa cosa
VERO Cioccolata o cioccolato sono lo stesso buonissimo e “calorosissimo” prodotto che a Pasqua è sulla nostra tavola. Ogni anno gli italiani mangiamo quasi 5 kg di cioccolata a testa e la Pasqua rappresenta il momento più intenso del consumo, dove anche le migliori amicizie o parentele si possono intaccare davanti a un pezzo di uovo. Le parole cioccolato e cioccolata sono sinonimi anzi si è addirittura perso l’uso delle parole cioccolate, ancora usato in Sardegna, e cioccolatte altrimenti avremmo avuto per lo stesso prodotto ben quattro modi di indicarlo. Col tempo e con lo sviluppo delle varie tecniche si è poi distinta la cioccolata perché ha una consistenza liquida, da bere in tazza ed è considerata una vera e propria bevanda che rallegra chi la consuma e apporta oltre al piacere anche serenità per gli zuccheri che contiene e per le molecole benefiche che ci dona. Forse l’unico problema della cioccolata è l’eventualità di qualche macchia, ma si elimina facilmente dai vestiti con acqua e sale oppure del bicarbonato purtroppo la macchia sull’onore del nostro peso non si toglierà facilmente se si abusa della cioccolata. Invece, il termine cioccolato si è legato col tempo alle tavolette, ai prodotti solidi e compatti a partire dal cioccolato di Modica fino a quelli che oggi fanno da padrone sul mercato. Ambedue, cioccolata e cioccolato, sono prodotti a partire dalla pasta di cacao e rispetto al passato quello che è molto più abbondante è la quantità di zucchero rendendo un prodotto da considerarsi quasi un “superfood” per i benefici che offre, un prodotto da consumare con attenzione e misura per l’eccesso di carboidrati.
Se devo mangiare del cioccolato preferisco il fondente, gli altri tipi mi possono creare dei problemi anche se non gravi
VERO Spesso la cioccolata, l’uovo Pasquale in particolare, sono portatori di una cattiva reputazione che il più delle volte è irrazionale. Mangiare cioccolato crea allergie questo è un dire comune, in effetti non è proprio così perché colpevolizziamo l’ingrediente meno pericoloso, dovremmo invece fare attenzione alla cioccolata con mandorle, frutta secca, ricca di uova etc. Questi sono ingredienti allergenici a volte poco appariscenti ma molto sensibilizzanti e specie per i bambini questo rappresenta un potenziale rischio. La scelta migliore è il cioccolato fondente almeno al 70%, un limite che permette anche ai più piccoli di amarlo, oltre questa percentuale si va come dice Roy Batty “al largo dei bastioni di Orione…” dove potremmo avere delle forti criticità sensoriali che non sono superabili da tutti. Scegliere un buon fondente significa della cioccolata ricca di antiossidanti, che ci aiutano a combattere l’invecchiamento e a proteggere la pelle e questo ci pensano i flavonoidi che hanno il compito di contrastare i radicali liberi. Gli stessi polifenoli, per intenderci quello dell’olio extravergine d’oliva o del vino, del cioccolato sono importanti per aiutare il sistema cardiovascolare a prevenire gli accumuli di colesterolo o evitare l’irrigidimento delle arterie. È naturale che il cioccolato al latte, ottima alternativa sensoriale specie per i più piccoli, contiene meno sostanze protettive perché diluite dal latte e inoltre regala del colesterolo ma rappresenta una forte quota di mercato. In sintesi, se ci vogliamo bene un 30-40 g di cioccolato fondente al 70%, se di Modica ancora meglio perché non stressato troppo dalle temperature di lavorazione, e sempre che non si sia troppo sovrappeso, sono perfetti in una dieta equilibrata per darci protezione e poche calorie. A Pasqua e Pasquetta possiamo eccedere questa quota per apprezzare poi meglio le giornate di “magro” da cioccolata che seguiranno e del resto la palestra in quei due giorni è colpevolmente chiusa.
Non mangerò molta cioccolata a Pasqua per non rovinarmi i denti, ho paura che la cioccolata faccia sviluppare più carie…
FALSO In premessa è importante l’igiene orale, per cui dopo il pranzo e dopo la cioccolata di chiusura delle attività conviviali è sempre bene lavarsi i denti, ma il cioccolato è un naturale nemico della carie. La presenza dei tannini, per intenderci quelli che provocano il senso di “allappamento” della bocca, contrasta la crescita dei batteri cariogeni. Inoltre, il cioccolato contiene anche del rame fino a 3 grammi per etto, più delle ostriche e 6.500 volte la tanto di moda curcuma. Il cioccolato contiene anche tanto selenio quanto la quinoa con i suoi 8,5 microgrammi per etto, ma mangiare cioccolato è un modo per premiarsi e affrontare meglio il traffico della pasquetta o i riti familiari. Uno studio del 2018 ha dimostrato che il cioccolato al 70% fa crescere nei volontari una plasticità del cervello, una migliore sincronia, laddove sono presenti ovviamente più neuroni, un miglioramento delle capacità cognitive e una migliore gestione della memoria. Tutto questo con appena 48 grammi di cioccolato al 70% di cacao e significa un approccio positivo, un senso di benessere e anche un miglioramento della risposta immunitaria. Insomma tutto depone a fare dell’imputato “cioccolato” che però ha l’aggravante di essere ricco anche di grassi e di calorie ma il suo abuso dipende da noi e non certo dal numero delle uova di cioccolato che saranno in casa in questi giorni. Per concludere vale la pena ricordare che la “misura della volontà di un uomo” è quando davanti all’ultimo quadrotto di cioccolato fondente egli gira le spalle e pur piangendo lo cede all’altro.