Un nuovo rapporto del Wwf lancia l’allarme sulle conseguenze del’agroindustria in termine di riduzione della biodiversità : l’associazione ambientalista ha rilevato che il 75% del cibo consumato dagli esseri umani proviene da sole 12 fonti vegetali e cinque fonti animali, con tre colture che rappresentano il 60% delle calorie a base vegetale nell’intera dieta umana. Il rapporto Future 50 Foods, finanziato da Knorr, sostiene che la conservazione della fauna selvatica e persino la sopravvivenza umana sono legate al modo in cui mangiamo. Come riporta FoodNavigator, lo studio ricorda che la raccolta ripetuta della stessa coltura sulla stessa terra esaurisce le sostanze nutritive nel terreno, e in genere richiede un maggiore uso di fertilizzanti e pesticidi, che danneggiano l’ambiente. Anche la zootecnia sta inclinando l’equilibrio, con la sua enorme impronta di terra e acqua e un significativo tasso di emissione di gas serra. Secondo David Edwards del Wwf, “La natura non può continuare a sopportare questa pressione. Il sistema alimentare ha spinto la natura selvaggia agli estremi”.
Numeri impressionanti
Dal 1900 ad oggi le cifre della FAO indicano che il 75% della diversità genetica delle piante in agricoltura è stata persa. In Tailandia, ad esempio, le 16.000 varietà di riso coltivate una volta sono scese a soli 37.  Secondo Maria Haga, responsabile di Crop Trust, un’organizzazione impegnata a preservare la diversità delle colture, ci sono oltre 30mila piante al mondo adatte al consumo umano, ma ne mangiamo solo circa 150. La dipendenza da poche colture è una minaccia per la sicurezza alimentare, soprattutto perché la popolazione mondiale è destinata a raggiungere 10 miliardi di anime entro il 2050.
L’importanza di riscoprire le piante dimenticate
I 50 alimenti della campagna sono stati selezionati per il loro alto valore nutrizionale, basso impatto ambientale, sapore, accessibilità e convenienza. La lista comprende cereali antichi come fonio e teff, noci e semi, legumi, verdure a foglia verde e funghi provenienti da tutto il mondo per consentire tre importanti cambiamenti dietetici: aumentare l’assunzione di vitamine, minerali e antiossidanti, allontanare la dipendenza da carne, pollame e pesce, che ha un impatto negativo sull’ambiente, e promuovere l’agrobiodiversità .
Alcuni dei futuri 50 alimenti
13 cereali, cereali e tuberi: per esempio, amaranto, farro, scorzonera e radice di loto
4 noci e semi: noci, lino, canapa e semi di sesamo
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12 fagioli, legumi e germogli: come fagioli di tartaruga neri, germogli di soia e erba medica
18 verdure: tra cui fiori di zucca, moringa, nopales e alghe
3 funghi: enoki, maitaki e berretto di latte allo zafferano