Animal Equality Italia ha lanciato una petizione per chiedere a Bauli un impegno pubblico a non utilizzare più uova di galline allevate in gabbia. Il motto dell’azienda “fatti col cuore” – spiega l’associazione animalista – riflette l’ambizione di Bauli di proporsi come una realtà che regala gioia e magia, e che promuove il valore della famiglia. Sul proprio sito aziendale, inoltre, Bauli si posiziona come un’azienda attenta al consumatore, alla sostenibilità ed alla sicurezza dei propri dipendenti, evidenziando un certo interesse ad essere riconosciuta come un’azienda attenta alle esigenze di un mercato sempre più sensibile a questioni di carattere etico. Purtroppo però l’azienda non dimostra di avere la stessa attenzione nel promuovere il benessere degli animali, e di conseguenza non dà alcuna informazione riguardo la provenienza delle uova impiegate nelle sue produzioni.
Vero e proprio colosso della produzione manifatturiera italiana, Bauli possiede quattro stabilimenti produttivi, 31 linee di produzione e 27 centri distributivi. L’azienda produce circa sette milioni di pandori, circa otto milioni di panettoni tradizionali, circa 4 milioni di colombe tradizionali e 180 milioni di cornetti, oltre a merendine dei piccoli e altri prodotti a base di pasta sfogliata e biscotti.
La mancanza di un impegno pubblico da parte di Bauli a non utilizzare uova provenienti da allevamenti in gabbia costituisce una grave negligenza da parte dell’azienda nei confronti degli animali e di sempre più consumatori italiani che esigono trasparenza riguardo alla provenienza degli ingredienti e norme minime di benessere animale.
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