10 milioni di euro per valorizzare le mense scolastiche biologiche. Il Ministero delle politiche agricole rende noto di aver messo a disposizione dei comuni italiani un budget per fornire menù bio senza spese aggiuntive sul costo della mensa e di promuovere contemporaneamente attività di informazione. Tra le ragioni che rendono diverse scuola restie a convertire al biologico la refezione quotidiana c’è infatti la differenza di prezzo col cibo convenzionale e il persistere di pregiudizi sull’argomento.
Quando una mensa si può definire bio
Come ricorda il Ministero, “Per essere qualificata come biologica, la mensa scolastica è tenuta a rispettare, con riferimento alle materie prime di origine biologica, le percentuali minime di utilizzo in peso per singola tipologia di prodotto: frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale, pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine, almeno 70%; uova, yogurt e succhi di frutta 100%; prodotti lattiero caseari – escluso lo yogurt-, carne, pesce da acquacoltura almeno 30%”.
Il commento di FederBio
Il presidente FederBio Paolo Carnemolla commenta: “Il sostegno del Governo ai Comuni virtuosi che utilizzano prodotti biologici nelle mense scolastiche è un segnale importante, che può consolidare e sviluppare le iniziative già messe in campo lo scorso anno da alcune Regioni. È anche l’occasione per ribadire l’importanza di una norma nazionale sulla ristorazione biologica che aumenti le garanzie per le mense pubbliche e consenta di fare chiarezza nell’ambito della ristorazione commerciale, accompagnando l’incremento dell’utilizzo di prodotti biologici nell’offerta di alimentazione fuori casa”.