Una dieta a base vegetale può migliorare gli ormoni incretinici e i livelli di insulina nelle persone con diabete di tipo 2. A dirlo è uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nutrients, riportato da FoodNavigator.
Il confronto con i burgher
I nuovi risultati suggeriscono dunque i benefici delle diete vegane per il miglioramento della funzione delle cellule beta e del trattamento del diabete, Lo studio, pubblicato su Nutrients, ha confrontato le risposte di 20 uomini di età compresa tra 30 e 65 anni con diagnosi di diabete 2 a pasti con hamburger vegani e non vegani assimilabili per impatto calorico e nutrienti. I ricercatori hanno monitorato la risposta al glucosio e la funzione delle cellule beta nelle persone testate. I risultati hanno rivelato che la secrezione di insulina, peptide C e amilina era aumentata di più dopo il pasto vegano rispetto al pasto standard. Anche i parametri della funzione delle cellule beta sono migliorati dopo la dieta vegana.
Cosa succede col pasto vegano
Come ricorda lo studio: “La secrezione di insulina e la funzione delle cellule beta possono essere migliorate da diverse opzioni di trattamento che riducono il grasso corporeo (come dieta ed esercizio fisico, agonisti GLP-1 o chirurgia bariatrica) o cambiano la distribuzione del grasso (come i tiazolidinedioni)”. “Poiché i farmaci e la chirurgia bariatrica sono costosi e introducono potenziali effetti collaterali, gli interventi sullo stile di vita dovrebbero essere il trattamento di prima scelta” aggiungono gli studiosi, che spiegano: “È stato dimostrato che una dieta vegana di 16 settimane migliora la resistenza all’insulina e la funzione delle cellule beta negli individui sovrappeso, affrontando allo stesso tempo i principali meccanismi patofisiologici coinvolti nel diabete”.
L’importanza della fibra e dei micronutrienti
I ricercatori osservano che gli alimenti vegetali sono naturalmente ricchi di fibre, che possono aver influenzato i livelli di insulina post-prandiale. Sottolineano inoltre che i micronutrienti, come lo zinco, i polifenoli e altri fitochimici, potrebbero aver svolto il loro ruolo positivo nell’incretina postprandiale e nella secrezione di insulina.