Della questione dei prodotti promossi come multicereali, che in realtà sono composti quasi interamente da un solo ingrediente, il Salvagente ha già raccontato in passato. Ora dall’Olanda arriva una novità che potrebbe essere copiata dall’Italia. I supermercati e i produttori devono dichiarare sulla confezione dei prodotti “multigrain”, venduti a prezzi maggiori, quanti dei vari grani sono effettivamente contenuti.
Il trucco
L’Autorità per la sicurezza dei prodotti alimentari e dei consumatori olandese (Nvwa) chiesto alla nota catena di distribuzione alimentare, Aldi (presente anche in Italia) di indicare chiaramente nelle etichette dei prodotti venduti la percentuale di cereali presenti. La decisione è arrivata in seguito a una richiesta di intervento da parte dell’associazione dei consumatori Foodwatch. Foodwatch era entrata in azione “dopo aver scoperto che a volte ci sono letteralmente meno di un pizzico di sale su altri cereali rispetto al grano principale dei cereali nei prodotti a base di multicereali”. Le catene Albert Heijn, Jumbo e Plus hanno già annunciato che su richiesta di foodwatch avrebbero indicato le quantità di cereali sulla confezione, seguiti poi dalla Lidl.
L’imposizione dopo il rifiuto
Poiché Aldi si è rifiutato di farlo anche se la legge lo richiede, foodwatch si è rivolta alla Nvwa, che ha dichiarato: “La Nvwa condivide l’opinione di foodwatch che la percentuale dei cereali nella farina di frittelle multi-grano deve essere indicata. La NVWA lo ha trasmesso ad Aldi, che ha promesso che si adeguerà e regolera l’etichetta. Inoltre, vari supermercati e produttori, tra cui Albert Heijn, Bolletje e Dr. Oetker, si sono impegnati a inserire almeno il 10% di altri cereali rispetto al principale chicco di grano nei loro prodotti multicereali. C’è da chiedersi se l’impegno preso da Aldi verrà rispettato anche nei punti vendita italiani.