Una firma per dire stop all’Isds il meccanismo di composizione delle dispute fra multinazionali e Stati che, sospendendo la giurisdizione dei tribunali e delle leggi nazionali, finisce sempre per veder vincere le aziende, soccombere i governi e a presentare il conto ai consumatori. Parte oggi da Davos, in in occasione dell’inizio del World Economic Forum, parte la campagna #StopIsds che promuove una petizione (firma qui) per chiedere la fine degli arbitrati sovranazionali (spesso inclusi nei trattati di libero scambio) che contengono clausole vessatorie in favore delle corporate.
195 cause, i governi hanno pagato 85 miliardi alle aziende
L’iniziativa, attiva in 16 paesi Ue, coordinata in Italia dalla Campagna Stop Ttip/Ceta è promossa tra gli altri da Movimento consumatori dal Coordinamento nazionale No triv, Attac, Assobotteghe, A Sud, Fairwatch, Focsiv, Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, Fair, Navdanya International, Terra e Water Grabbing Observatory.
Come documenta il nuovo Rapporto “Diritti per le persone, Regole per le multinazionali” (disponibile qui), redatto da Francesco Panié e Alberto Zoratti, attraverso il meccanismo di composizione delle dispute fra investitori e Stati (Isds), i dati su 195 cause concluse negli ultimi trent’anni, dimostrano che in tutto il mondo gli Stati hanno dovuto pagare 84,4 miliardi di dollari alle imprese private a seguito di sentenze sfavorevoli (67,5 miliardi) o costosi patteggiamenti (16,9 miliardi).
Mostaccio: “Mettere fine a questi privilegi”
Oltre quaranta delle società quotate come “partner industriali” del Wef sono state coinvolte in casi Isds. “Mentre i Ceo (amministratori delegati, ndr) delle multinazionali qui a Davos cercano di presentarsi come una forza per il bene di fronte ai politici, molti di loro stanno facendo causa ai governi per indebolire le politiche progressiste di cui abbiamo bisogno. Questo non è altro che pura ipocrisia. L’Isds rappresenta un’enorme minaccia per la democrazia, i diritti umani e l’ambiente” spiega Monica Di Sisto portavoce di Stop Ttip/Ceta Italia e membro del coordinamento europeo della campagna.
Rilancia Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori: “L’Unione europea e gli Stati membri hanno l’opportunità di mettere fine a questi privilegi per le multinazionali cancellandoli dagli accordi commerciali e sugli investimenti esistenti e non approvandone altri in futuro. Dobbiamo spingere con questa petizione è il momento giusto per sancire un principio è mettere al riparo la democrazia o sarà inutile pensare di combattere le diseguaglianze se chi ci rappresenta democraticamente si ‘vende’ agli interessi dei privati nel nome del mercato e di una crescita che è solo per qualcuno”.
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