Caro Salvagente, mio padre di 87 anni dopo aver ricevuto una telefonata da parte Wind di aumento della bolletta per il telefono fisso a quasi 1/3 di più del canone pagato, è stato consigliato dall’operatore di recarsi in un punto Wind per valutare nuove offerte. Al negozio hanno immediatamente avviato le pratiche per la cessazione della utenza in essere e avviato quelle per una nuova linea con numerazione diversa dicendo che non c’era altro modo per ottenere una tariffa più bassa. Ovviamente lui non riuscendo a capire bene tutte le clausole e le varie opzioni, ha firmato. Solo un’ora dopo noi figli ci siamo accorti dell’accaduto e ci siamo recati presso il negozio per bloccare tutto e lasciare le linee così come in origine tentando di annullare il contratto firmato da mio padre. La risposta è stata che non poteva più essere annullato perché la pratica era stata aperta e che se volevamo disdire la nuova numerazione dovevamo fare richiesta di disdetta della nuova linea, pagando i 65 €. Questo per una linea mai usata neanche un secondo. Chiedo: non c’è un termine nel quale si possa far recesso di un contratto senza penali
Renato Caporossi
Caro Renato, abbiamo coinvolto Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, per darle una risposta. Ecco le sue parole.
Iniziamo subito col dire che è ben strano che Wind chiami i suoi clienti per comunicare telefonicamente degli aumenti sul contratto, invece che comunicarli per iscritto dando la facoltà di recedere secondo le regole stabilite. Altra anomalia, è che consiglia di recarsi in un negozio Wind per “valutare le nuove offerte” e quindi fargli attivare un nuovo contratto cessando il precedente… non è assolutamente corretto, soprattutto se si approfitta di clienti in età avanzata e quindi più deboli.
Nel momento in cui i figli dell’interessato sono andati nel negozio Wind per cercare di bloccare tutto, visto il poco tempo trascorso dalla firma del contratto, la linea con ogni probabilità non era stata attivata e tutto poteva essere fermato.
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Sul diritto di ripensamento, invece, purtroppo la regola dice che questo non è esercitabile per i beni ed i prodotti e servizi acquistati direttamente in negozio. Il diritto di recesso si applica solamente ai contratti stipulati fuori dai locali commerciali, oppure nei contratti a distanza, ovvero conclusi a mezzo internet o altri mezzi di comunicazioni (es. il telefono). La logica di tale scelta è che fuori dal locali commerciali o quando si stipulano contratti a distanza, il consumatore è la parte debole e potrebbe essere indotto all’acquisto in maniera scorretta.
Ciò non toglie che, come nel caso del lettore, il contratto poteva essere annullato su discrezione del venditore. È evidente che nel caso concreto non c’era alcuna volontà di farlo e che esiste un collegamento nel meccanismo messo in piedi da Wind o dai soggetti che lavorano per suo conto.