La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, cronica e degenerativa che insorge in giovane età (tra i 20 e i 40 anni) e colpisce il sistema nervoso centrale.
Interessa oltre 118.000 persone in Italia con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’ha inserita tra le malattie socialmente più costose: viene stimato infatti che la spesa previdenziale e assistenziale sia di circa 148 milioni di euro annui solo in Italia, mentre il costo sociale complessivo della Sclerosi Multipla è di circa 5 miliardi di euro all’anno.
È dunque un’emergenza sanitaria e sociale.
Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento precoce di questa malattia, la fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) ha voluto premiare, lo scorso 12 dicembre, le migliori competenze, nell’ambito della Sclerosi Multipla, degli ospedali italiani appartenenti al network dei Bollini Rosa, che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne.
Un apposito Comitato ha premiato come Best Practice le seguenti strutture: A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna (Torino), ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano), ASST Papa Giovanni XXIII (Bergamo), Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (Cona, Emilia-Romagna), Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata (Roma), IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (Bologna, Emilia- Romagna), IRCCS S. Raffaele di Milano.
“La presa in carico delle pazienti” – spiega Francesca Merzagora, presidente Onda – “da parte di centri ospedalieri specializzati e sempre più multidisciplinari, consente di gestire la malattia e accompagnare le donne in un percorso di assistenza e cura con l’obiettivo di salvaguardarne il benessere e la qualità di vita. Abbiamo premiato dei servizi all’avanguardia, esempi concreti di efficienza che ci auguriamo possano offrire degli spunti anche ad altre realtà ospedaliere per migliorare la qualità dei propri servizi”.