Inquinamento, trovate miliardi di nanoplastiche nelle capesante

Non si salvano neanche le capesante: uno studio internazionale diretto dall’Università di Plymouth ha dimostrato la presenza di miliardi di nanoparticelle dal diametro di 250 nanometri (0,00025 millimetri) nell’intestino delle capesante. Questi inquinanti si accumulano in sole sei ore nell’intestino dell’organismo marino. I risultati sono stati pubblicati sulla sulla rivista Environmental Science & Technology e segnalano l’ennesimo caso di contaminazione da micro e nanoplastiche nella catena alimentare.

Il Salvagente nel numero di ottobre 2018 ha dimostrato – con test di laboratorio su 18 soft drink – la presenza di microplastiche nelle cole, aranciate, gassose, tè e altre bevande.

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Altri studi hanno confermato l’inquinamento da microplastiche in molti cibi, come nel sale da cucina, e ora lo studio inglese mette in evidenza le nanoplastiche (ancora più piccole delle microplastiche) nel famoso frutto di mare. Oltre che nell’intestino, frammenti ancora più piccoli, da 20 nanometri (0,00002 millimetri), sono stati rinvenuti in tutto il corpo delle capesante, dai reni alle branchie e ai muscoli. Quest’ultimo tipo di frammento non era più presente nelle capesante dopo 14 giorni dall’esposizione, mentre le nanoplastiche da 250 nanometri hanno richiesto 48 giorni per scomparire.

Lo studio, riporta l’Ansa.it, “dimostra che le nanoparticelle possono essere assorbite rapidamente da un organismo marino, e che in poche ore vengono distribuite attraverso la maggior parte degli organi principali”, ha spiegato la ricercatrice Maya Al Sid Cheikh che ha condotto la ricerca. “Comprendere se le particelle di plastica sono assorbite attraverso le membrane biologiche e si accumulano negli organi interni è fondamentale per valutare il rischio che tali particelle rappresentano sia per l’organismo marino che per la salute umana“, ha evidenziato Ted Henry, docente di Tossicologia ambientale all’Heriot-Watt University.

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