Acido folico in gravidanza, Uk verso la fortificazione delle farine

Presto il governo inglese darà il via libera alle farine fortificate con l’acido folico per ridurre i casi di nascite di bambini affetti da spina bifida. L’annuncio è atteso nelle prossime settimane quando il comitato sulla tossicologia delle sostanze chimiche nei prodotti alimentari sta ultimando l’analisi di un recente studio condotto dalla Queen Mary University di Londra e della School of Advanced Study dell’Università di Londra secondo cui i livelli di assunzione di acido folico prima e durante la gravidanza sono troppo bassi. 

In Uk due aborti al giorno

Secondo la Public Health England, quasi il 75% delle donne britanniche di età compresa tra 16 e 49 anni hanno livelli di acido folico al di sotto della nuova raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le donne che iniziano la gravidanza. Alle donne è consigliato assumere un supplemento giornaliero di 400 microgrammi di acido folico fino alla dodicesima settimana di gravidanza. Nel paese anglosassone, le stime parlano di almeno due bambini a settimana che nascono con la spina bifida mentre si contano due aborti al  giorno di feti cui è stato diagnosticato un difetto del tubo neurale.

I livelli di assunzione italiani

Nel nostro paese, la sensibilità delle donne verso l’importanza di una corretta assunzione di acido folico in gravidanza è molto alta. Secondo gli ultimi dati dell’Iss che risalgono al 2011, il 70,3% delle donne italiane assume acido folico nel periodo periconcezionale e a gravidanza iniziata. Questo ha ridotto anche il numero di bambini nati con un difetto del tubo neurale.

Negli Usa ridotti i casi con le farine fortificate

La Gran Bretagna non sarebbe l’unico paese dove le farine sono obbligatoriamente fortificate con acido eolico. Nel 1998 questa è stata la strada scelta dagli Stati Uniti dove, tra l’altro, ha dato buoni frutti. Un recente report dei Centers for Disease Control and Prevention ha rilevato che dopo 16 anni, i tassi di difetti al tubo neurale si sono ridotti del 35% con circa 1300 casi all’anno in meno, senza alcun rilievo di effetti indesiderati riferibili a questa strategia profilattica e un risparmio stimato intorno ai 508 milioni di dollari.

Sempre meglio prediligere le compresse

“L’assunzione dell’acido folio tal quale, ovvero attraverso le compresse da assumere almeno  un mese prima della gravidanza resta la via privilegiata” spiega a Il Salvagente Guglielmo Salvatori, neonatologo dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. E’ chiaro – aggiunge – che implementare i livelli della vitamina ricorrendo anche ad alimenti fortificati non piò che essere un bene soprattutto per quelle donne che non iniziano ad assumere acido folico prima dell’inizio della gravidanza. Tra l’altro – conclude Salvatori – si tratta du una vitamina idrosolubile, ovvero che si smaltisce attraverso le urine e un sovradosaggio non ha effetti collaterali.

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