Oltre settanta tra professori, medici e attivisti anti-tabacco hanno scritto una lettera aperta all’Organizzazione mondiale della sanità in difesa delle sigarette elettroniche come metodo di riduzione del danno causato dal tabagismo. Il testo è stato indirizzato al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, il medico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, in occasione dell’avvio a Ginevra dell’ottava Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC). Tra i firmatari della lettera, che in calce dichiarano di non avere conflitti d’interesse né commistioni con l’industria l’oncologo italiano Umberto Tirelli, e Clive Bates, ex-responsabile del Gruppo di pressione britannico “Action on Smoking and Health”. L’appello recita: “In questa lettera proponiamo all’Oms e agli stakeholder interessati di adottare un approccio più positivo verso le nuove tecnologie e le innovazioni che hanno il potenziale di portare l’epidemia di malattie fumo-correlate ad una più rapida conclusione”. Per quanto riguarda i cosiddetti sistemi alternativi di somministrazione, tra cui rientrano le e-cigarette e i riscaldatori di tabacco come l’Iqos, appunto, si invita l’Oms ad adottare un approccio più favorevole alle sigarette elettroniche e alle altre alternative al fumo, “che hanno il potenziale di debellare più velocemente la diffusione di malattie fumo correlate”.
I dubbi dell’Oms e la risposta
Come riporta il Financial Times, l’appello è dovuta al fatto che in questo momento l’OMS e la Convenzione Quadro che amministra, favoriscono una forte regolamentazione o il veto assoluto di quei prodotti, perché i loro effetti sulla salute non sono stati sufficientemente investigati e possono offrire ai giovani una via d’accesso alla dipendenza da nicotina e dal fumo. Gli autori della lettera rispondono: “Non avremo informazioni complete sugli effetti dei nuovi prodotti finché non saranno stati utilizzati in via esclusiva per svariati decenni — e considerate la complessità delle abitudini d’uso, questo potrebbe non succedere mai, ma abbiamo già sufficienti conoscenze sulla base dei processi fisici e chimici coinvolti, della tossicologia delle emissioni e dei marker di esposizione per essere fiduciosi del fatto che questi prodotti senza combustione sono molto meno dannosi del fumo”. I promotori dell’appello fanno riferimento alla resistenza dei big del tabacco, e citano dei dati imponenti: Il settore delle e-cigs registra vendite a livello globale cresciute da 2,76 miliardi di dollari nel 2014 a 8,61 miliardi nel 2016 e, stando alle proiezioni, raggiungeranno quota 26 miliardi nel 2023.