C’è chi non riesce a farne a meno per concentrarsi, chi li usa per non fumare, chi è convinto che sostituiscano lo spazzolino e il dentifricio e chi, addirittura, li ritiene un buon ausilio per la dieta. I chewing gum, cicche o gomme americane, come li si chiama comunemente, sono da anni protagonisti di diversi miti alimentari. Non tutti corretti. Vediamone alcun
Adoro i chewing gum e penso che mi aiutino a rientrare nel peso forma perso durante le vacanze…
VERO Alcuni studi condotti sui consumatori “cronici” di chewing gum dimostrano che aiutano a ridurre il senso di fame nervosa perché ingannano il nostro cervello il quale crede di essere pronto a mangiare un fumante piatto di pasta. Addirittura sembra che masticare dei chewing gum di mattina ci renda meno voraci a pranzo e anche che aumenti del 5% il nostro consumo di calorie per cui alimentiamo l’eterno sogno di dimagrire senza sforzi. Il chewing gum oltre a distrarre il nostro cervello e allontanare il senso di fame, purtroppo pare che faccia aumentare il desiderio degli alimenti spazzatura.
È una delle poche cose che posso mangiare senza dovermi moderare…
FALSO I chewing gum possono dare qualche problema gastrointestinale e non contenendo per la maggior parte zucchero da tavola, possono farci abusare di dolcificanti artificiali e di alcuni additivi chimici come coloranti, aromatizzanti etc. necessari per solleticare il nostro desiderio di chewing gum.
I chewing gum di oggi si basano su gomme sintetiche oltre che naturali
VERO Il chewing gum storicamente nasce in Grecia circa 2.000 anni fa. Il termine masticare deriva dalla gomma resinosa “masticha” che era la base del primo chewing gum probabilmente trovato attaccato sotto un sedile della Scuola di Platone. Oggi se ne producono oltre venticinquemila tonnellate all’anno e non basterebbero alberi e resine per tali volumi quindi si parte oltre che da gomma arabica spesso anche da polimeri sintetici gommosi. I primi chewing gum al sapore di liquirizia furono chiamati “chicle” da cui il termine cicca e i loro cugini “bubble gum” arrivano nel 1928. Sono molto colorati, più morbidi da masticare così da fare delle grandi bolle. I chewing gum, specie quelle sintetici, durano molto e una volta a terra richiedono anche cinque anni per essere smaltiti mentre quelli naturali si smaltiscono molto prima. Un buon chewing gum si apprezza nei primi 15-20 minuti di utilizzo in cui riusciamo a “rubargli” sapori, freschezza, aromi etc. dopo di che sarà un semplice oggetto di esercizio meccanico di masticazione. Farli durare di più non sarebbe tecnologicamente complesso, ma porterebbe a consumarne di meno e a comprarli meno frequentemente.
Ho ingoiato un chewing gum per sbaglio, ora mi accadrà qualcosa di brutto…
FALSO Uno dei miti più diffusi specie fra i più piccoli. I bambini hanno bisogno durante la loro infanzia, di forti incentivazioni per non fare determinate cose che non stanno bene soprattutto ai genitori. Masticare troppo a lungo o troppi chewing gum non è buona educazione ed ecco che si fa strada lo spauracchio di ingoiare il chewing gum e che ha terrorizzato per decenni bambini e anche adulti. Non servono ben sette anni a un chewing gum per essere digerito, non produce un tappo a livello intestinale, non crea un serio rischio per la salute sempre che sia un fenomeno del tutto sporadico. Ingoiarne troppi, effettivamente può creare un serio ostacolo fisico nell’intestino e si può verificare la necessità di intervenire anche chirurgicamente per rimuoverli. È noto che il termine “trattativa” non si può applicare ai più piccoli per cui a un ragionevole “ingoiarlo non è un problema” si è preferito un più perentorio “non ingoiarlo altrimenti……”. Ricordiamo che la gomma americana è morbida per cui facilmente può uscire “a riveder le stelle” dall’intestino senza danni e negli adulti, dove il lume intestinale è ampio e i rischi sono idotti rispetto ai più giovani consumatori.
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Con un buon chewing gum mi concentro meglio su ciò che sto facendo…
VERO Masticare chewing gum sembra stimoli fisicamente un maggiore flusso di sangue al cervello alla pari di avere in funzione una pompa che lo aiuta a ossigenarsi. C’è da dire che da questo ad avere un reale aumento delle performance cerebrali la strada da fare è lunga per cui il chewing gum non è la cura giusta per superare un esame. Su questo argomento ci sono pochi e limitati studi che collegano il masticare una cicca e una maggiore lucidità mentale, un migliore controllo dei movimenti e per alcuni studi anche un aumento delle performance cognitive. Se si dimostrasse questo in maniera certa allora il vecchio “non si mastica la gomma in classe” subirebbe un ben triste destino. I chewing gum sono facilmente funzionalizzabili tant’è che esistono sul mercato già da tempo quelli con nicotina per contrastare il desiderio di fumare una sigaretta, ma si possono aggiungere anche antiossidanti, vitamine, etc. che sono assorbiti direttamente nel cavo orale che da sempre è la via di somministrazione più rapida ed efficiente rispetto a compresse, sciroppi etc. Il primo chewing gum funzionale nacque nel 1880 con l’aggiunta di pepsina per aiutare la digestione gastrica e questo fa capire quanto questo alimento avesse delle potenzialità salutistiche intuite già un secolo fa.
I chewing gum mi aiutano a combattere la carie dei denti
VERO Masticare un chewing gum tiene umido il cavo orale perchè si produce più saliva che protegge i denti dai batteri cariogeni. Un valore di pH neutro è da preferire a una bocca acida che fa aumentare la placca dentale e la perdita di sali minerali dai denti rendendoli terreno facile di conquista per i batteri cariogeni. Se il chewing gum non contiene zucchero, come la maggior parte di quelli venduti oggi, non diamo ai batteri il “carburante” necessario per crescere e produrre acidi e avremo un dente più sano attaccato e con meno probabilità di cariarsi. Occorre tenere conto che il troppo sorbitolo, il tipico dolcificante usato nei chewing gum, può dare dei dolori intestinali e lievi forme di diarrea e che masticare troppo produce degli inutili succhi gastrici nello stomaco, ma come sempre è la giusta misura a fare da equilibratore. Per l’igiene orale, è bene masticare per breve tempo i chewing gum perché oltre i 10 minuti di masticazione sulla gomma si ritrovano circa cento milioni di batteri del cavo orale, e circa il 10% di quella presenti nella saliva. L’azione “antibatterica” del chewing gum però dura per quanto è ”appiccicoso” perchè poi “onestamente” restituirà al cavo orale tutti i batteri catturati e vanificherà il suo utilizzo.