Le soglie consentite per legge di sucralosio, dolcificante artificiale molto comune, dovrebbero essere riviste. A dirlo è uno gruppo di scienziati della North Carolina State University, che insieme al laboratorio di test analitici Avazyme, ha condotto uno studio che mette in dubbio la sicurezza alimentare di questo prodotto. Come riporta FoodNavigator, il co-autore e professore presso l’Università NCS Susan Schiffman dichiara: “Il nostro nuovo studio mostra che il sucralosio crea anche metaboliti del cui potenziale effetto sulla salute sappiamo poco o nulla. Di conseguenza, riteniamo che potrebbe essere il momento per rivisitare la sicurezza e lo stato normativo del sucralosio”.
La richiesta di revisione
Gli studiosi trovato due metaboliti nell’urina e nelle feci dei ratti usati come cavie durante il periodo di 40 giorni a cui è stato somministrato sucralosio. Questi metaboliti sono stati rilevati nelle urine 11 giorni dopo la fine del periodo e rilevati dal paziente. Hanno anche scoperto che sono altamente lipofili (solubili nel grasso), spiegando perché rimangono nel corpo dopo l’assunzione. Risultati molto diversi da quanto sostenuto dall’Agenzia per la sicurezza alimentare Usa.
La difesa dell’associazione dolcificanti
Un portavoce dell’Associazione internazionale dolcificanti (ISA) ha dichiarato a FoodNavigator che lo studio non ha fornito alcuna prova che pone il sucralosio al centro di qualsiasi preoccupazione per la sicurezza. Ma gli autori dello studio chiedono nuove verifiche per determinare l’effetto a lungo termine sulla salute dell’uomo.
Lo scontro Efsa-Istituto Ramazzini
L’anno scorso, l‘Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) aveva smentito l’istituto italiano Ramazzini, che affermava che il dolcificante causava il cancro. L’EFSA non ha trovato alcun collegamento tra sucralosio e cancro e ha concluso che era sicuro. Lo scontro aveva destato molta polemica e i sospetti di conflitti d’interesse dell’Agenzia europea.