Il mare italiano non gode di buona salute, anzi, in alcune aree è un malato cronico. E anche i grandi laghi non se la passano meglio. A dirlo sono i bilanci finali delle due campagne portate avanti da Legambiente: Goletta Verde, che ha analizzato le acque marine e le spiagge dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia, e Goletta dei Laghi, che ha monitorato 20 arenili dei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno.
In entrambi i casi i risultati non sono incoraggianti. Acque inquinate e spiagge invase dai rifiuti, sono le criticità che accomunano purtroppo le zone marine e quelle lacustri, con il sistema di depurazione messo fortemente sotto accusa (e per il mal funzionamento del quale siamo già stati condannati a pagare all’UE una multa da 25 milioni di euro).
Criticità già vecchie, dunque, note e più volte denunciate, ma nulla sembra essere stato fatto per porvi rimedio.
MARE: IL TRISTE PRIMATO VA ALLA SICILIA
Guardiamo ai risultati di Goletta Verde: dei 261 punti (tra acque e spiagge) campionati dai tecnici nelle 15 regioni costiere italiane, solo poco più della metà (il 52%) è risultato entro i limiti di legge; il restante 48% è invece risultato “fortemente inquinato” (39%) e “inquinato” (9%).
Il podio per questo triste primato è composto da: Sicilia, con 21 campionamenti (tra acque e spiagge) oltre i limiti (17 fortemente inquinati e 4 inquinati) su 26; Campania, con 20 (19 fortemente inquinati e 1 inquinato) su 31; e Lazio, con 17 (12 fortemente inquinati e 5 inquinati) su 24.
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E che dire delle spiagge? Sulle 78 monitorate (un’area pari a 60 campi da calcio) i volontari dell’associazione ambientalista hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e 1 su 3 è un “usa e getta” (bottiglie e tappi, stoviglie, buste).
LAGHI: ARENILI INVASI DAI RIFIUTI
Proprio sui rifiuti si è concentrata soprattutto l’analisi di Goletta dei Laghi. Il monitoraggio sui 20 arenili si è concluso con un “bottino” di 2.183 rifiuti, che equivale a una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia.
Anche qui la plastica si conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con una percentuale del 75,5%. Rifiuti che, come sappiamo, possono frammentarsi in milioni di particelle e provocare danni alla biodiversità.
Dopo la plastica, tra i materiali più trovati c’è il vetro/ceramica (10,3%), seguito da metallo (4,7%) e carta/cartone (4,1%). Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono, invece, i mozziconi di sigaretta, al primo posto con una percentuale del 29,4%; a seguire i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione; a seguire bottiglie (e pezzi) di vetro (7,4%); sacchetti di patatine e dolciumi (5,6%); bastoncini per la pulizia delle orecchie (3,5%); frammenti di carta (3,34%).
La cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la causa principale della presenza dei rifiuti sulle sponde dei laghi monitorati (il 63% degli oggetti è riconducibile ad essa). Questa categoria di rifiuto è rappresentato per lo più da imballaggi alimentari (sacchetti di dolciumi e bottiglie, ad esempio), in primis, e da rifiuti da fumo, principalmente mozziconi di sigaretta ma anche accendini, pacchetti di sigarette e imballaggi dei pacchetti. La carenza dei sistemi depurativi, unita con la pessima abitudine di usare il wc e gli scarichi domestici come una pattumiera, è causa della presenza del 5,4% dei rifiuti presenti.