Con le temperature in salita cresce la voglia di cibo fresco e il gelato diventa protagonista delle nostre giornate. Amato da grandi e piccini, è spesso scelto per merende, pranzi veloci o per concludere le cene in compagnia. Negli anni anche in questo settore la domanda si è fatta molto attenta verso materie prime di qualità. Tra i grandi classici, però, resiste a qualunque concorrenza lo stecco alla vaniglia ricoperto di cioccolato. Ancora oggi, nei supermercati e nei bar, il “pinguino” non manca mai, tanto nella versione che più si avvicina a quella delle origini – nata nel 1884 sotto la Mole Antonelliana – quanto in quelle più appetitose, ma anche più cariche di calorie, con nocciole, palline di cioccolato, cuori di caramello…
La golosa dozzina
A dir la verità, almeno tra gli ingredienti fondamentali, le ricette dei 12 gelati che il Salvagente ha esaminato nel test che trovate nel numero in edicola si somigliano un po’ tutte. In quasi tutti gli stecchi, il latte o la panna fresca sono sostituiti dal latte scremato reidratato e il cacao dalla più economica pasta di cacao. Eccezion fatta per il Mottarello che, sulla sua confezione vintage, strilla a caratteri cubitali la presenza di latte fresco italiano (una affermazione confermata anche all’assaggio).
Standardizzata, per fortuna, anche l’assenza di conservanti (il gelato non ne ha bisogno visto che sfrutta la capacità di conservazione del freddo).
Nella lista comune ai 12 concorrenti troviamo poi addensanti, emulsionanti e in qualche caso coloranti ma, come spiega al Salvagente Andrea Ghiselli, nutrizionista dirigente di ricerca del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, “il gelato è un alimento voluttuario e quindi le quantità che ingeriamo giornalmente non sono tali da far diventare questi ingredienti un problema per la nostra salute”. A preoccupare – aggiunge – dovrebbero essere più gli zuccheri presenti sotto più forme (dallo zucchero semplice allo sciroppo di glucosio). E i grassi, dall’olio di palma a quello di cocco.
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Due gusti… non sempre è meglio che one
L’ultima, si fa per dire, considerazione va riservata alla qualità organolettica dei gelati, in poche parole al sapore. Per valutarla il Salvagente abbiamo utilizzato due metri di giudizio, distinguendo la versione classica da quella pralinata.
Nel primo caso, a parte poche eccezioni, il gusto non si differenzia tanto tra le varie marche. Diverso il discorso per i gelati più elaborati, pralinati oppure ripieni di crema al cioccolato, al gianduia o al caramello. In questo caso il sapore è molto più intenso, in qualche caso giudicato perfino stucchevole, poche volte premiato come equilibrato dalla nostra giuria.