Via gli interferenti endocrini dai nuovi detergenti. Dal 7 giugno i prodotti per la casa cosiddetti biocidi, che contengono sostanze interferenti endocrini, ritenute in grado di alterare il sistema ormonale umano, non potranno più contenere composti come triclosan, ftalati, parabeni, bisfenoli. Lo stabilisce il Regolamento Ue 2017/2100 entrato in vigore proprio una decina di giorni fa.
Che cosa sono?
Per biocida, prendendo a prestito la definizione di Wikipedia, si intende “una sostanza (chimica o biologica), singola o miscelata con altre, utilizzata come disinfettante per l’igiene umana, animale, alimentare e ambientale, per preservare il deterioramento di materiali vari (legno, fibre, tessuti, materiali da costruzioni, materie plastiche, carta, oggetti d’arte, ecc..), per il controllo degli animali nocivi (insetti e acari in primis), per la disinfezione dell’aria, dell’acqua, la conservazione di liquidi o fluidi vari (sistemi di raffreddamento, impianti industriali, pitture, leganti, acquari, ecc..) e come sostanza contro le incrostazioni o la formazione di alghe”. Molti biocidi sono pesticidi ma non sono utilizzabili per le coltivazioni o le piante in genere, per le quali si impiegano invece i prodotti fitosanitari.
Dove li troviamo?
Rientrano nei biocidi i disinfettanti, gli insetticidi, i fungicidi, i detergenti liquidi, alcuni detersivi per la lavatrice e per il bucato a mano, gli ammorbidenti, smacchiatori e altri prodotti per la pulizia della casa e così via. Per capirci non tutti detersivi e i detergenti sono biocidi (definiti Regola mento Ue 528/2012), ma molti prodotti (pensiamo a quelli per “sanificare” le superfici o i prodotti che prometto di “sconfiggere tutti i germi“) sono nelle nostre case senza magari sapere che vengano definiti biocidi e che appunto contengano Edc – Endocrine disrupting chemicals. Gli Edc sono sostanze, sia naturali sia chimiche, in grado di alterare le funzioni del sistema ormonale ma anche provocare diabete, obesità e malattie cardiovascolari.
Gli effetti sulla salute
Sui loro effetti Amalia Gastaldelli, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, ha spiegato a Repubblica.it: “Possiamo rintracciare gli Edc in molti disinfettanti, ma anche in prodotti per l’igiene umana come shampoo e bagnoschiuma: in questo caso li assumiamo tramite i pori della pelle. Ma talvolta si ritrovano anche in alcuni tipi di plastica: ad esempio lo sono gli ftalati contenuti nelle bottigliette d’acqua. Ma gli interferenti possono anche essere ingeriti, inalati o assunti per contatto” .