Saranno pure sbiancanti, ma non sostituiscono il dentista. È questa, nella sostanza, la ragione per cui l‘Autorità garante della concorrenza e del mercato ha stabilito l’obbligo per i produttori di Denivit-Linee whitening e Mentadent-Linee whitening di chiarirlo in etichetta. I provvedimenti sono stati pubblicati sul bollettino dello scorso 11 giugno, in cui l’Antitrust specifica che i prodotti della Henkel e della Unilever conducevano una “pratica commerciale scorretta diffondendo informazioni non rispondenti al vero o, comunque, idonee, anche in virtù della loro presentazione complessiva, ad indurre in errore il consumatore circa le effettive caratteristiche di efficacia sbiancante del prodotto in esame, alterando sensibilmente la capacità del consumatore di assumere una decisione consapevole di acquisto”.
“Evitare la confusione con i trattamenti professionali”
Il Denivit-Linee whitening dovrà aggiungere nelle pagine pubblicitarie e nella confezione, la frase “non sostituiscono gli interventi sbiancanti professionali effettuati dal dentista”, mentre rispetto alla promessa di “rimozione delle macchie superficiali causate da cibo, bevande e fumo” e all’intervento “sugli inestetismi superficiali” dei denti, l’Agcm la ritiene “idonea ad informare con chiarezza il consumatore medio circa il fatto che l’azione pulente dei prodotti in questione si riferisce esclusivamente alla mera rimozione delle macchie estrinseche e al ripristino del bianco naturale dei denti, non potendo far conseguire risultati ultronei rispetto alla natura cosmetica degli stessi”. Anche L’impegno dei produttori di Mentadent di rimuovere ogni termine evocativo di trattamenti professionali e l’inserimento della precisazione “Per trattamenti professionali rivolgiti sempre al tuo dentista di fiducia” diviene obbligatorio su richiesta dell’Agcm. I produttori s’impegnano anche a informare adeguatamente i proprio clienti sulla corretta igiene orale e sull’effettivo aiuto che si possono ottenere con i dentifrici sbiancanti. In questo modo Henkel e Unilever hanno evitato la multa dell’autorità, che comunque ha promesso di verificare le promesse nei prossimi 60 giorni.