Una ricerca che non farà felici le centinaia di migliaia di celiaci diagnosticati in Italia. Soprattutto oggi, nel giorno internazionale destinato a questa patologia. E che fa pensare dato che il dato ottenuto non trova spiegazione e avrebbe bisogno di ulteriori ricerche.
I pazienti affetti da celiachia che seguono a una dieta priva di glutine non lo sanno ma assumono frequentemente bassi livelli di glutine che contribuiscono ai sintomi e al danno istologico intestinale persistente.
È questo il risultato di uno studio dell’azienda biofarmaceutica californiana ImmonogenX pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
La società ha analizzato i dati clinici per determinare la quantità di glutine che viene consumata accidentalmente durante una dieta gluten free. I dati provenivano da 2 diversi programmi clinici: 1) misurazioni del glutine nelle feci e nelle urine nelle popolazioni celiache e non; e 2) analisi di dati da studi per la latiglutasi terapeutica sperimentale.
La ricerca ha concluso che l’esposizione involontaria media al glutine da parte dei soggetti celiaci è tra i 150 e i 400 milligrammi per giorno.
Le conclusioni della ricerca indicano che molte persone celiache consumano regolarmente una quantità glutine sufficiente a innescare sintomi e perpetuare il danno istologico intestinale.
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