Inizia la settimana della celiachia. In Italia 600mila malati, ma occhio alle mode sbagliate

Corsi di cucina, degustazioni e menù gluten free nelle scuole, screening gratuiti e specialisti a disposizione in varie città, convegni e incontri con esperti di celiachia su tutto il territorio, festival, manifestazioni sportive e musicali. Sono solo alcune delle innumerevoli iniziative previste per la Settimana Nazionale della Celiachia, dal 12 al 20 maggio, e organizzate dall’Associazione Italiana Celiachia: l’elenco è sul sito www.settimanadellaceliachia.it dove per l’occasione è anche a disposizione uno spazio attraverso cui è possibile fare domande in ambito medico, nutrizionale o sui diritti e le tutele dei celiaci. Tema della Settimana Nazionale, i diritti dei pazienti di oggi e di domani: dal diritto a ricevere una diagnosi tempestiva a quello di essere seguiti correttamente per evitare complicanze, fino alla sicurezza dei prodotti gluten free, i successi raggiunti in quasi quarant’anni di attività dell’Associazione sono la base per una buona qualità di vita dei celiaci.

Diagnosi troppo lente

Tanto è stato fatto ma tanto deve essere ancor fatto per i celiaci in Italia. La legge prevede anche l’aggiornamento professionale dei medici sulla celiachia con l’obiettivo di garantire una diagnosi precoce, migliorare le modalità di cura dei celiaci e prevenire le complicanze. “La diagnosi è tuttora il punto di debolezza su cui dobbiamo lavorare di più: in Italia i pazienti diagnosticati sono solo 200.000 a fronte di un numero atteso di 600.000 celiaci, l’1% della popolazione – osserva Giuseppe Di Fabio, presidente AIC, Associazione Italiana Celiachia – Per la diagnosi occorrono in media 6 anni, un tempo troppo lungo che comporta un enorme spreco di risorse per esami non appropriati e costi sociali elevati dovuti alla salute precaria dei pazienti in attesa di iniziare la terapia con la dieta senza glutine”.

Ma attenzione alle mode

Purtroppo, mentre i celiaci devono lottare ogni giorno per vedere i propri diritti affermati, c’è tutto un mondo di consumatori che comprano i prodotti gluten free per moda, pensando che siano più salutari del cibo convenzionale da tutti i punti di vista, e sbaglia. A confermarlo, uno studio del 2017 commissionato dall’associazione dei consumatori olandesi, Consumentenbond, riportato dal portale inglese FoodNavigator, secondo cui gli alimenti senza glutine sono spesso superiore in zuccheri, grassi e sale e con meno fibre rispetto ai prodotti tradizionali simili che contengono glutine.

I prodotti confrontati

In particolare, il pane croccante Wasa gluten free, venduto anche in Italia, contiene sei volte tanto il grasso rispetto alla versione con grano intero della stessa marca. Il pancake mix senza glutine di Koopmans è due volte più salato di quello 6 cereali. E la torta per la colazione gluten free di Peijnenburg ha 30 kilocalorie per 100 grammi in più rispetto alla normale torta colazione. Allo stesso tempo, siccome la farina non viene utilizzata in prodotti senza glutine, i prodotti testati sono risultati con un contenuto più basso di fibra alimentare rispetto a quelli convenzionali. Questi risultati confermano quanto scoperto due anni prima dalla Società olandese della celiachia, Ncv, che ha condotto uno studio di 24 mesi in collaborazione con l’Università di Wageningen, arrivando alle stesse conclusioni:  i prodotti senza glutine hanno più zucchero sale e grassi e meno fibre rispetto ai prodotti convenzionali paragonabili.