Quando si prende in mano una confezione di tisana al supermercato, le informazioni a disposizione sono poche, ogni azienda sembra regolarsi come meglio crede. E non è raro trovarne che sparano in evidenza sulla confezione un ingrediente che poi alla prova dei fatti è contenuto in quantità ridicole.
In Francia ha fatto notizia la denuncia della Ong FoodWatch, che ha parlato di vera e propria truffa sull’etichetta di alcune tisane, tra cui l’infuso drenante e depurante al pompelmo Drainage del marchio La Tisanière. A differenza della bella foto di agrumi succosi sulla confezione, ha “solo l’1% di pezzi di pompelmo e nove volte più sapori sintetici. Cosa che non è neanche specificata”.
Il Salvagente ha fatto un giro in un supermercato italiano per capire se la stessa assenza di trasparenza e, in alcuni casi l’eccesso di furbizia, si trovi anche tra i nostri scaffali. La camomilla Sogni d’oro della Star, per esempio, è composta da estratto zuccherato di camomilla in polvere, ma poi quando si va a controllare gli ingredienti, si scopre che la quantità di estratto totale secco della sostanza calmante è solo il 5%, il resto è zucchero. Pompadour scrive sul fronte di un suo prodotto “Tè nero, zenzero, limone e aroma naturale”. Qui della radice vera e propria c’è solo l’1%, la stessa quantità della scorza di limone. Rimane la perplessità riguardo la presenza, tra gli ingredienti, della dicitura “aroma naturale” e “aroma naturale di zenzero con altri aromi naturali”.
Nella tisana ciliegia e cannella della Twinings potremo godere di un “infuso aromatizzato alla ciliegia con cannella”, dove la cannella rappresenta il 9% e per il resto c’è “aroma naturale di ciliegia con altri aromi naturali” per una quantità complessiva del 13%. Meglio la tisana Giusta regola de L’Angelica, dove la liquirizia, la malva e il rabarbaro citati nel nome, sono indicati con percentuali rilevanti, così come l’infuso zenzero e limone di Pompadour.
In ogni caso, com’è possibile tutta questa confusione? Secondo la responsabile della campagna di FoodWatch, Mégane Ghorbani, “I produttori stanno sfruttando aree grigie” della legislazione europea. E come al solito, lo fanno ai danni dei consumatori.