Bio, approvato regolamento Ue. Penalizzata la produzione italiana, più sicura

Il parlamento europeo ha dato il via libera al nuovo regolamento per il biologico. Le novità sono diverse e la reazione degli operatori del settore in Italia è fatta di chiari e scuri: a fronte di alcune migliorie, come l’adeguamento agli standard Ue dei prodotti bio provenienti da fuori, vi sono anche punti che potrebbero rivelarsi boomerang per il nostro paese.

Le novità

La nota del Parlamento Ue elenca: “Controlli rigidi e basati sul rischio di contaminazione lungo tutta la catena di approvvigionamento. Grazie all’insistenza del Parlamento, i controlli saranno effettuati in sede per tutti gli operatori, annualmente di regola o ogni due anni se nessuna irregolarità è stata riscontrata nel corso di tre anni; Tutti i prodotti importati da paesi extra UE dovranno rispettare gli standard dell’UE. Le attuali norme in materia di “equivalenza”, che impongono ai paesi terzi di conformarsi a norme simili ma non identiche, saranno eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore”. inoltre: “Le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminati entro il 2035; le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continuano a essere autorizzate, a condizione che le due attività agricole siano chiaramente ed efficacemente separate” e la misura chiesta a gran voce da tanti piccoli produttori per abbattere costi e burocrazia: “Certificazioni più facili per i piccoli coltivatori: le certificazioni di gruppo permetterebbero ai piccoli coltivatori che si convertono al biologico di risparmiare soldi e tempo”. C’è poi il capitolo della contaminazione da pesticidi chimici o fertilizzanti sintetici: “I coltivatori e altri operatori nella catena di approvvigionamento saranno obbligati ad applicare una serie di misure per evitare la contaminazione; se si sospetta la presenza di un pesticida o un fertilizzante non autorizzato, il prodotto finale non potrà essere etichettato come biologico fino ad ulteriori indagini; se la contaminazione risulterà volontaria o se l’operatore non ha applicato le misure precauzionali, il prodotto perderà lo status di alimento biologico”. E infine il punto che ha fatto arrabbiare i produttori italiani: “Gli Stati membri che al momento applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come pesticidi, potranno continuare a farlo, a condizione che permettano ai prodotti biologici provenienti da altri paesi UE e che rispettano le regole dell’Unione, di entrare nel loro mercato”.

Critica Coldiretti

Secondo Coldiretti: “Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto nei Paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati. Inoltre, la possibilità di produrre biologico senza utilizzare il suolo contrasta totalmente con i principi fondamentali che caratterizzano questo metodo di produzione, che non può prescindere dalla terra”. Al contrario, la previsione di una deroga consentirà ad alcuni Stati del nord Europa di continuare a produrre impiegando letti demarcati in serra per un periodo di 10 anni. “Per i prodotti importati,- continua Coldiretti – continuerà a sussistere il principio dell’equivalenza, sia pure per un periodo transitorio, durante il quale sarà più elevato il rischio di un aumento delle importazioni prima dell’adozione del sistema di conformità. E in ogni caso, qualora sussistano ragioni di approvvigionamento, la Commissione potrà sempre autorizzare l’importazione dai Paesi terzi di prodotti biologici anche quando questi ultimi non dovessero rispettare le norme europee sulla produzione biologica”.

FederBio: “Alcune richieste accolte”

Il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla commenta meno duramente: “Nonostante un giudizio che nel complesso confermiamo negativo, già allora avevamo riconosciuto lo sforzo compiuto dalle diverse parti in causa per migliorare il testo iniziale della Commissione. Sono state tenute in considerazione alcune delle richieste dei produttori biologici, tra queste la possibilità della certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole riunite in cooperative e organizzazioni locali, strumenti per garantire un quadro di controllo e di garanzie anche sui prodotti importati dai Paesi extra europei”. Il testo concordato dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio UE prima che possa essere applicato. Dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2021.

 

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