Venduto come “italiano” quando invece era confezionato anche con oli comunitari ed extracomunitari. Negli Usa era scattata la class action che rischiava di travolgere i due storici (ma non più) marchi italiani. E così Deoleo, la multinazionale spagnola proprietaria di Carapelli e Bertolli, ha patteggiato negli Usa un risarcimento di 7 milioni di dollari (oltre che riformulare le etichette) per evitare l’azione di classe presso il Tribunale di San Francisco. I fatti, come ricostruiti dal portale specializzato Olive oil time, risalgono al 2014 quando l’azienda, secondo quanto sostenuto dai proponenti della class action, la Deoleo aveva etichettato fraudolentemente alcuni dei suoi oli d’oliva come “Importato dall’Italia” quando erano state utilizzate olive da almeno altri sette paesi.
“Consumatori indotti a credere che l’olio era italiano”
Presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti a San Francisco, “i querelanti hanno affermato che gli imputati avevano consapevolmente indotto i consumatori a credere che i prodotti fossero prodotti in Italia da olive italiane, al fine di imporre loro un prezzo premium”. Un’accusa di ingannevolezza alla quale l’azienda aveva replicato dicendo che che ciascuna delle loro bottiglie conteneva un disclaimer in caratteri piccoli: “Il prodotto contiene oli di oliva selezionati di alta qualità dai paesi indicati dalle lettere qui sotto”, insieme a una matrice di punti stampata con uno o più dei codici paese applicabili.
Deoleo patteggia e riformula le etichette
Troppo poco per la normativa statunitense: ai sensi della legge sulle tariffe doganali del 1930, specifica il portale specializzato, in situazioni in cui un prodotto è composto da ingredienti hanno diversa origine, tutti i paesi devono essere indicati in “prossimità” delle diciture “Importato da” o “Made in”.
Rischiando di essere sanzionata, la Deoleo ha accettato di patteggiare il pagamento di 7 milioni di dollari per evitare l’iter giudiziario e inoltre ha riformulato le etichette in modo più trasparente.