Nessuna barriera europea per la carne agli ormoni e il mais Ogm. Il ricatto statunitense per togliere la Ue dalla lista dei paesi penalizzata dai dazi su acciaio e alluminio è contenuta in un documento di 47 pagine, reso noto dal Sole 24 Ore. Si tratta del National Trade Estimate Report on Foreign Trade Barriers 2018.
Ma ormoni e Ogm liberi non sono i soli obiettivi degli Stati Uniti di Trump. Non poteva mancare nel documento la richiesta all’Europa di allentare i vincoli all’utilizzo di pesticidi e interferenti endocrini. Non c’è sicurezza che tenga, di fronte a un mercato che porta nelle industrie di oltreoceano la bellezza di 5 miliardi di dollari.
A finire nelle mire dei nordamericani anche il marchio Ce, che attesta che un prodotto rispetti gli standard armonizzati di sicurezza e qualità della Ue. Il marchio è obbligatorio per tutti, ovviamente anche per gli Usa, ma Washington lo considera una barriera all’accesso che impone alle aziende americane costi ingiustificati e contraria alle regole di libero scambio.
Ce n’è ovviamente anche per l’Italia. Se si vogliono evitare i dazi sull’acciaio, minacciano i nordamericani, non c’è spazio per Igp, Dop e Sgt. Con queste premesse è logico anche l’affondo sulle etichette di provenienza degli alimenti. L’Italia ne fa uso per distorcere la concorrenza, accusa l’amministrazione Trump e dunque, che si tratti di etichette di origine del latte, carne, pasta o pomodoro debbono sparire.