Un mix di genetica e di fattori ambientali è la causa del crescente numero di allergie alimentari che colpiscono i bambini. In particolare, alla base dell’incremento ci sarebbe l’esposizione della pelle a saponi che non vengono sciacquati (come quelli delle salviette per neonati) e che indeboliscono la barriera lipidica della pelle, allergeni in polvere e cibo presente nell’ambiente domestico, come sulle mani di chi si prende cura dei bambini. LA scoperta è contenuta nello studio di Joan Cook-Mills, professore di immunologia allergologica presso la Scuola di Medicina Feinberg della Northwestern University, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. “È un importante progresso nella nostra comprensione di come l’allergia alimentare inizi presto nella vita”, ha aggiunto il ricercatore. Una scoperta che aprirebbe la strada all’indicazione di nuove abitudini nella cura dei bambini, come la limitazione dell’uso di salviette per neonati che lasciano sapone sulla pelle e lavarsi le mani prima di maneggiare il bambino.
La causa dell’allergia alimentare, che è in aumento, è stata fino ad ora un vero e proprio mistero. Gli under 18 che soffrono di allergie alimentari in Italia sono 570mila: 270mila bimbi tra 0 e 5 anni; 180mila tra 5 e 10 anni e 120mila tra 10 e 18 anni. Dei 270mila bimbi con meno di 5 anni che soffrono di allergie alimentari, 5000 sono a rischio di reazioni allergiche gravi che possono costar loro anche la vita ed una reazione allergica grave su tre avviene a scuola. L’allergia alimentare piu’ frequente nei bambini tra 0 e 5 anni e’ quella al latte vaccino, seguita da quella alle uova.
Alla luce dei risultati di questo studio, pero’, alcuni fattori di rischio possono essere modificati proprio all’interno delle mura domestiche. Le prove cliniche dimostrano fino al 35% dei bambini con allergie alimentari hanno dermatite atopica e gran parte di ciò è spiegato da almeno tre diverse mutazioni geniche che riducono la barriera cutanea. I bambini, ha ricordato Cook-Mills, sono esposti agli allergeni ambientali nella polvere di una casa ma a volte anche attraverso dei semplici gesti di cura o di affetto, come il bacio da parte di un fratellino che ha appena mangiato burro di arachidi.
Non è la prima volta che le salviette umidificate vengono additate come responsabili di allergie. In letteratura, il primo caso di dermatite allergica da contatto provocato dalle salviettine umidificate è stato registrato nel 1980 in una donna ed è stato associato alla presenza di un profumo, l’alcol cinammico, ormai contemplato tra le 26 essenze a rischio la cui presenza deve essere specificata in etichetta. Primati a parte, gli anni hanno dimostrato che i più comuni allergeni nascosti in queste salviette sono i conservanti. Parabeni, fenossietanolo, cessori di formaldeide sono tra le sostanze che si trovano più spesso in questi prodotti e che dovrebbero essere evitate.