Caro Salvagente, perdo dieci minuti e la racconto. Il titolo potrebbe essere: Io odio la Telecom!
Poco dopo al morte del babbo (30 agosto scorso) chiamo la Telecom per disdire la sua linea telefonica. Mi dicono di mandare una raccomandata con allegati alcuni documenti. Lo faccio.
Dopo qualche settimana mi chiama la Telecom: hanno ricevuto la raccomandata ma i documenti (che mi avevano chiesto loro) non sono quelli giusti. Mi chiedono di mandare quelli giusti per fax. Lo faccio seduta stante. Dopo settimane mi arrivano solleciti di pagamento su una linea che doveva essere chiusa ormai da mesi. Telefono, mi dicono che la pratica non è mai stata portata a termine.
Rifaccio la raccomandata. Mi chiama una signorina per dirmi tutto ok, ora deve solo restituire il modem altrimenti mi verranno addebitati sessanta e rotti euro. Per restituirlo basta portarlo a un centro Tim.
Ci vado oggi e mi dicono che da anni nessun centro Tim ritira più i modem. Mi danno un foglio e dicono che devo fare un pacco raccomandato a Pavia.
Torno in ufficio, guardo leggo il foglio e vedo che deve essere firmato dall’intestatario della linea. Che però è morto. Telefono al 187 e chiedo come fare. Le soluzioni prospettate sono le seguenti: o firmo io, facendo finta di essere lui, o faccio finta di niente e non restituisco il modem. Scusi, domando ingenua, ma la sua collega mi dice che nel caso mi verranno addebitati 60 euro e io di regalarvi altri soldi, anche no – come direbbe Veltroni. Lei accenna, ammicca, borbotta che nella sua carriera non ha mai visto tali addebiti. Ma io dico, ma in che paese viviamo?
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Francesca Parisini