“Latte alla salmonella distribuito anche in Italia”. La notifica dell’allarme pubblicato sul Rasff, il sistema di allerta rapido europeo, è dell’8 febbraio – ilSalvagente.it ne ha dato notizia il 10 febbario – ma solo 5 giorni dopo – il 13 febbraio in serata – il ministero della Salute, chiarito il caso: “A seguito di ulteriori contatti avuti con le autorità francesi – spiegano dal ministero della Salute – è stato confermato che non vi è stata alcuna commercializzazione nel territorio italiano dei prodotti inquinati da salmonella”.
La nota si conclude accusando Federconsumatori di “allarmismo” che in un comunicato stampa chiedeva conto della notifica del Rasff: ma chi doveva rispondere ufficialmente perché non l’ha fatto nei tempi giusti?
“Sette acquisti on line dalla Francia”
Il Salvagente subito dopo aver pubblicato la notizia ha contattato l’azienda Lactalis e il ministero della Salute. La sede italiana dell’azienda si è subito dimostrata disponibile e ci ha risposto che “la nostra società non ha mai commercializzato prodotti realizzati nello stabilimento Lactalis di Craon (Francia) sul territorio italiano“.
Dal ministero della Salute invece, al quale abbiamo inviato anche una richiesta di chiariamenti, attendiamo ancora una risposta.
Ma cosa è successo e perché il Rasff ha bollato con una “D” il nostro paese ovvero lo ha inserito tra i paesi nei quali è stato distribuito il latte contaminato? Il motivo, seppur in ritardo, lo chiarisce il dicastero della Lorenzin: “Dalla documentazione trasmessa dalle autorità francesi risultano quattro vendite, per un totale di sette pezzi, avvenute on line; sono peraltro pervenute assicurazioni dalle stesse Autorità francesi che l’operatore ha sospeso le vendite ed informato sia i suoi intermediari di vendita che gli acquirenti finali dei prodotti”.
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Sbaglia chi chiede o chi tace?
Caso chiuso ma chi ha sbagliato? Chi ha informato e sollevato il caso sollecintando una risposta o chi non ha informato preventivamente evitando il diffondersi di inutili paure? Emilio Viafora, è il presidente della Federconsumatori: “Siamo meravigliati dell’atteggiamento del ministero della Salute. Il nostro comunicato riprendendo la notizia del Salvagente era un modo per sollecitare una risposta da parte della massima autorità sanitaria del nostro paese. Chiedere un intervento per il ministero significa essere allarmisti?“.