Polizze mediche: perché non rimborsano la quota del ticket quando si va dal privato?

Caro Salvagente, molti cittadini hanno ormai una polizza malattia che rimborsa le spese mediche (visite specialistiche/acquisto di farmaci/cure dei denti/ecc..) sulla base di apposite previsioni di copertura.
Quasi tutte le assicurazioni rimborsano integralmente i ticket sanitari se l’assistito si è avvalso del Servizio Sanitario Nazionale. Accade però spesso che i tempi di attesa per un esame/visita tramite il SSN siano troppo lunghi per chi ha urgenza di una diagnosi. Partendo da questa esigenza numerose strutture private convenzionate con il Servizio sanitario hanno studiato un listino agevolato che non si discosta sostanzialmente dal prezzo previsto dal ticket sanitario per le prestazioni maggiormente richieste. Quindi, per fare un esempio, se per un esame che costa 50 euro con il ticket ma si devono attendere magari 60 giorni per effettuarlo, con la “tariffa agevolata” di 55/60 euro lo si può sostenere dopo pochi giorni. Dall’altra parte le assicurazioni considerano (magari per convenienza) la “tariffa agevolata” quale esame/visita privata e quindi non rimborsano l’assistito (spesso l’importo pagato è sotto franchigia per le visite considerate private). La domanda è:  il comportamento  è corretto? Non dovrebbero rimborsare, nel caso di tariffa agevolata, almeno l’importo equivalente al ticket sanitario lasciando la parte eccedente a carico dell’assistito ?
lettera firmata

Caro lettore, la questione che solleva è seria. E il comportamento delle compagnie che escludono rimborsi anche quando sono uguali o inferiori a quelli del ticket, senza dubbio, appaiono solo un modo per evitare di pagare. Lo possono fare?

“L’assicurazione sanitaria, essendo frutto di un rapporto contrattuale privato, può contenere limitazioni come quella da lei indicata” ci spiega Alessandro Cossu, di Cittadinanzattiva, che aggiunge, “È per questo fondamentale leggere tutte le clausole contrattuali, di qualunque contratto e in particolar modo di quelli che riguardano la nostra salute, per evitare di scoprire appunto limitazioni solo nel momento del bisogno”.

Lo stesso Cossu, però, ci ricorda un nostro diritto fondamentale, quando le liste di attesa sono lunghe: “In generale, la norma che riguarda il piano di contenimento delle liste di attesa prevede, senza alcun ausilio di polizze aggiuntive, che nel caso in cui, per la prima visita o per una operazione che rientrano in questo piano, i tempi di attesa siano troppo lunghi sia possibile chiedere di ottenere la stessa prestazione in regime di intramoenia senza dover pagare nessun costo aggiuntivo, se non quello del ticket previsto per la stessa prestazione. Può trovare maggiori informazioni in questa sezione del nostro sito http://www.cittadinanzattiva.it/faq/salute/2327-liste-di-attesa.html”