A prima vista la vicenda del 3-MCPD potrebbe confondere chi si affida a organismi di controllo come la Comunità Europea oppure l’Efsa, immaginando un complotto in malafede oppure una mancanza di professionalità e di competenze. Nell’uno e nell’altro caso la confusione è certa e rende i consumatori meno fiduciosi in chi controlla gli alimenti e ne valuta i rischi correlati.
Paradossalmente, questo innalzamento dei livelli di tolleranza giornaliera del 3-MCPD rispetto alla stretta del 2016, dove fu messo alla gogna l’olio di palma, è la prova che la scienza e chi ne è servo, ha bisogno di prove, di tempo e di dati.
Come in tutti i casi acuti, di emergenza e d’immediato pericolo, nell’uomo scattano dei meccanismi di protezione per porre in atto le misure di contrasto al pericolo talvolta anche sovradimensionate. È quello che chiamiamo (e che questo giornale invoca continuamente) principio di precauzione.
Ripercorriamo sinteticamente la vicenda. Dalla scoperta della presenza del 3-MCPD in campioni di oli vegetali e in particolare nell’olio di palma, scaturì la decisione giusta e logica di innalzare le difese sui bastioni della sicurezza alimentare allertando tutti gli attori della filiera ovvero produttori, trasformatori, controllori e consumatori. In questo specifico caso fu individuato nell’olio di palma l’ariete che era oramai alle porte della città , portatore del pericolo.
La differenza che ci contraddistingue dai comportamenti istintivi, come accade negli animali, oppure automatici come invece nelle macchine, è proprio quella di rivedere il passato alla luce di nuove evidenze, ovvero usando strumenti più performanti, numeri più ampi, valutando il rischio tossicologico in maniera più attenta e adottando modelli matematici sempre più raffinati e precisi.
Il caso del 3-MCPD è quanto di più pedagogico si possa narrare, dal 2016 in poi sono aumentati i dati su cui valutare la sua tossicità , sono stati analizzati più campioni, i dati sono stati riesaminati con modelli di calcolo diversi e i risultati sembrano essere discordi.
Gli esperti non hanno fatto altro che ripetere quello che quotidianamente facciamo, ovvero rivediamo alla luce della nostra maggiore esperienza e di nuovi metodi il passato decidendo se il pericolo è stato sovra o sottostimato.
Due esempi, per quanto antichi, che forse ci potrebbero chiarire le cose. I pomodori appena arrivati dal nuovo mondo, se mangiati verdi, erano tossici e pericolosi, per cui ne fu proibito per secoli il loro uso se non come pianta ornamentale.
Col tempo il pericolo è stato ridimensionato alla luce degli effetti della cottura e della maturazione dei pomodori e oggi fortunatamente abbiamo pizza e pasta al sugo in abbondanza.
Nel senso opposto, è il caso di una molecola come la patulina prodotta da funghi, cugina stretta della ben più famosa e utile penicillina, che usata come antibiotico negli ospedali del dopoguerra provocava un numero di guarigioni inferiore alle morti dei pazienti trattati e questo portò a rivederne il suo uso trasformandola da antibiotico naturale a micotossina con effetti del tutto indesiderati.
Non è detto che oggi sia stata detta l’ultima parola su questa vicenda del 3-MCPD, ma la forza della scienza è quella di rimettersi sempre in discussione e di cambiare opinione se questo porta a un giovamento della sicurezza dei consumatori.
Questa revisione assolve definitivamente l’olio di palma? No, non è né definitiva come non lo era nel 2016 la sua colpevolizzazione tout court, perché per definizione la scienza non è mai definitiva, ragion per cui non è in atto una rivalutazione aprioristica di questo grasso. Senza entrare nell’ambito dei problemi ambientali ma rimanendo in quelli sanitari, basti ricordare che proprio l’allarme Efsa ha portato a scoprire prodotti delicati, come i latti per la prima infanzia, con contenuti di 3 MCPD ben superiori ai limiti (anche a quelli rivisti di oggi), con rischi evidenti per i neonati. È ha avuto il merito di costringere molte aziende a fare i conti e a monitorare un contaminante di processo che oggi possiamo dire molto più controllato di ieri.