Le microplastiche non inquinano soltanto mari e oceani. Secondo uno studio di Legambiente ed Enea questi piccolissimi frammenti di plastica sono presenti anche nei laghi. Stiamo parlando di piccoli pezzi di buste di plastica, cordame e fibre tessili sintetiche.
I risultati
Dalla ricerca di Legambiente – l’unica a livello nazionale di questo tipo – emerge che in tutti i bacini monitorati sono state rinvenute microplastiche, ossia particelle di dimensione inferiore ai 5 millimetri. La maglia nera va al lago di Como, che fa registrare una densità media di 157 mila frammenti per chilometro quadrato. La zona più inquinata è quella settentrionale, con un picco di oltre 500 mila particelle nel tratto in corrispondenza del restringimento tra Dervio (Lecco) e Santa Maria Rezzonico (Como). Al secondo posto della poco lusinghiera classifica c’è il Maggiore, che presenta una densità media di 123 mila particelle di plastica per chilometro quadrato, con un picco di oltre 560 mila in corrispondenza della foce del fiume Tresa, tra Luino e Germignaga (Varese). Sul podio finisce anche il lago di Bracciano, fortemente colpito la scorsa estate dalla siccità e dell’eccessiva captazione. Questi fenomeni hanno contribuito a creare condizioni ambientali critiche: nei dieci transetti campionati la media è di 117 mila particelle di plastica per chilometro quadrato. Non se la passa bene anche il lago Iseo con una media di 63 mila frammenti. Sono stati registrati invece valori più bassi per il lago di Garda (quasi 10 mila particelle per chilometro quadrato) e per il Trasimeno (7.914).
Che fare?
Per fronteggiare questo problema e ridurre gli impatti – fanno sapere dall’associazione ambientalista – servono politiche di buona gestione su tutto il bacino idrografico, attività di sensibilizzazione e azioni efficaci di prevenzione. A questo riguardo ben venga l’approvazione degli emendamenti, a prima firma di Ermete Realacci, che prevedono la messa al bando dal 2019 dei cotton fioc non biodegradabili e non compostabili e lo stop dal 2020 all’uso delle microplastiche nei cosmetici. Una bella notizia per l’ambiente e la conferma della leadership dell’Italia nel contrastare il marine litter che soffoca mari, fiumi e laghi anche nel nostro Paese. Infine è prioritario che il monitoraggio delle microplastiche sia inserito tra le attività istituzionali di controllo ambientale previste dalle norme sulla qualità dei corpi idrici, come fatto per il mare e le spiagge, considerando le microplastiche come indicatore per la definizione dello stato di salute delle acque interne.