Elena Ferrante dice addio ad Amazon: “Soffoca gli editori indipendenti”

I lavoratori dello stabilimento di Castel San Giovanni in sciopero per la vertenza contrattuale, gli ispettori inviati dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti per verificare l’osservanza delle norme di tutela dei rapporti di lavoro e poi il contenzioso con il fisco appena chiuso “patteggiando” una sanzione da 100 milioni di euro per risolvere i potenziali contenziosi con sul mancato versamento di imposte nel periodo 2011-2015.

“Prezzi vantaggiosi ma a nostre spese”

Al dicembre complicato di Amazon Italia si aggiunge adesso il fronte con gli editori di libri. Ad aprirlo ufficialmente sono le Edizioni E/O, l’editore della bestseller Elena Ferrante, che hanno reso noto, attraverso una nota dei fondatori Sandro Ferri e Sandra Ozzola, di aver interrotto qualsiasi rapporto commerciale con il colosso dell’e-commerce. “I suoi prezzi spesso vantaggiosi sono il risultato di una politica che a volte è arrivata ai limiti del dumping, di una frequente elusione delle tasse e di condizioni economiche inaccettabili richieste agli editori – hanno spiegato – Noi siamo appena stati oggetto di tali richieste. Ci è stato richiesto uno sconto a loro favore troppo gravoso per noi e neppure giustificato dal volume dei loro affari con la casa editrice. Di fronte al nostro rifiuto, Amazon ha sospeso l’acquisto di tutti i nostri libri e ha reso quelli che aveva in magazzino”.

L’efficienza di Amazon? Impeverendo il territorio

Ma nel proprio comunicato Ferri e Ozzola non hanno messo nero su bianco soltanto il racconto del contenzioso con l’azienda di Jeff Bezos, quanto invece un atto di accusa nei confronti del sistema Amazon e dei suoi riflessi sul tessuto produttivo. “Ha creato occupazione, ma ha costretto alla chiusura tantissime librerie con conseguente perdita di posti di lavoro – scrivono infatti i fondatori della casa editrice nata nel 1979 e diventata punto di riferimento soprattutto per gli appassionati di noir, da Jean Claud Izzo a Massimo Carlotto – Numerose testimonianze giornalistiche documentano le cattive condizioni di lavoro nei magazzini del colosso on line. La chiusura delle librerie causata dalla concorrenza spietata di Amazon significa anche impoverimento economico e culturale del territorio: vengono a mancare essenziali luoghi di ritrovo e di cultura. Molti consumatori però accettano Amazon per i suoi prezzi e per l’efficienza. Abbiamo visto – proseguono – con quali conseguenze per le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti e per l’impoverimento del territorio, Amazon riesce a ottenere questa efficienza”. “Il nostro punto di vista è che siamo in presenza di un’azienda che tende pericolosamente e con parziale successo ad avere una posizione dominante nel mercato del libro, sicuramente per quanto riguarda il settore dell’e-commerce. – prosegue il comunicato – Quindi non un’azienda qualsiasi, ma QUELLA che potrebbe in futuro essere l’unica (o quasi) venditrice di libri. È evidente che il pericolo per la libertà di espressione è reale, costante e quotidiano. Inoltre le case editrici hanno bisogno di margini economici sufficienti per investire nella ricerca di nuovi autori e di nuove proposte”.

L’appello ai lettori: “Sostenete con noi una comunità plurale”

Per questo Ferri e Ozzola rivolgono un appello ai propri lettori. In quanto cittadini prima ancora che consumatori. “Per questo abbiamo detto no – spiegano – Per questo chiediamo il vostro sostegno di lettori, di cittadini che non possono ridursi a essere solamente consumatori ma sono consapevoli di essere anche parte di un territorio che non può essere desertificato, lavoratori e soggetti degni e liberi di una comunità plurale”.