Sicurezza dei cieli, il Parlamento europeo vuole cambiare le regole

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Dopo 11 ore di negoziati non stop, si è concluso il trilogo (la fase prevista nella procedura legislativa europea) sulla revisione dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA). La nuova proposta discussa in plenaria al Parlamento europeo introduce regole sul rischio e basate sulle prestazioni, colmando alcune lacune sulla sicurezza aerea e collegando la sicurezza con altri settori come la security e l’ambiente. Le proposte sono state concordate dal Parlamento e dal Consiglio europeo. L’accordo  dovra’ essere approvato dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo  prima che possa entrare in vigore.

La proposta rafforza il ruolo dell’EASA nel coordinamento delle informazioni di intelligence sul sorvolo delle zone di conflitto. Introduce anche requisiti essenziali per i droni poiché al momento non esisteva alcuna regolamentazione.

Priorità alla sicurezza

Per i passeggeri aerei, la sicurezza è la prima priorità. I recenti missili lanciati dalla Corea del Nord hanno confermato che il sorvolo di alcune zone di conflitto mette a rischio la sicurezza aerea.
Matthijs van Miltenburg, membro del Parlamento Europeo D66 / ALDE della commissione TRAN, ha proposto una condivisione obbligatoria delle informazioni tra i servizi di intelligence degli Stati membri in merito ai rischi derivanti dalle zone di conflitto. Le informazioni frammentate di intelligence dovrebbero essere evitate. Pertanto Van Miltenburg ha proposto una valutazione globale del rischio da parte dell’UE. Le raccomandazioni fornite dall’EASA impediranno alle compagnie aeree di sorvolare le zone di conflitto. Queste proposte sono state accolte nell’accordo finale. 

Regolamento sui droni

A oggi non esiste una legislazione europea sui droni al di sotto dei 150 kg. D’ora in poi, i droni dovranno essere registrati così come l’operatore. Inoltre, la proposta per un sistema di registrazione digitale dei droni armonizzato è stata adottata dal Consiglio e dalla Commissione. Il risultato è che d’ora in poi i droni possono essere tranquillamente integrati nello spazio aereo europeo.