Per la prima volta nella storia l’omoepatia entra nel prontuario farmaceutico. Dall’Aifa stanno arrivando le prime autorizzazioni come farmaci per i “rimedi omeopatici”. Sono oltre 3.000 i codici di Autorizzazione all’Immissione in commercio richiesti. Una corsa contro il tempo per le case farmaceutiche omeopatiche che, per la prima volta, hanno dovuto presentare una corposa documentazione per accedere alla registrazione che sarà valutata dall’Agenzia del Farmaco. Ma anche, secondo Repubblica, un colpo pesante per molti produttori, che nel giro di un anno farà dimezzare il numero di preparati in vendita, destinati a scendere da 6mila a 3mila, se non meno.
“Siamo felici che anche l’Aifa e il ministero della Salute abbiamo riconosciuto a tutti gli effetti il valore dell’omeopatia rispetto alla medicina tradizionale – ha dichiarato Giovanni Gorga presidente di Omeoimprese -, ma occorre che ogni settore venga considerato in base alle singole peculiarità . In Italia sono oltre 8 milioni le persone che si rivolgono all’omeopatia, e se non troveranno medicine italiane in vendita, compreranno preparati stranieri. Il settore in Italia morirà , a favore delle aziende estere”.
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai costi che anche le aziende omeopatiche dovranno sostenere per l’iter autorizzativo e non solo. “Il decreto Tariffe del ministro Lorenzin dello scorso febbraio 2016 – precisa Gorga – stabilisce importi tariffari assolutamente improponibili. Si tratta di cifre insostenibili per un settore che comunque non può né vuole pensare di competere con le big pharma” e per questo l’associazione chiede che il decreto venga migliorato .